L’uso delle nuove
tecnologie, ed in particolare del computer in classe, ha portato almeno un
indubbio vantaggio: la possibilità di sostenere i ragazzi che ancora non
padroneggiano perfettamente l’ortografia, il lessico, la sintassi della lingua
italiana.
Solitamente producono il
loro testo in completa autonomia in prima copia; poi mi affianco per riflettere
con loro e riscrivere il testo nel modo più corretto e scorrevole possibile,
per una lettura più agevole per loro stessi e per gli altri.
Mi pare che l’inclusione
vera passi anche da qui.
Chi sono io?
Io sono Shamsa.
Io
sono pakistana, perché sono nata in Pakistan e parlo in urdu.
Io
sono una scrittrice, perché mi piace scrivere; la nostra maestra Antonella mi
ha fatto imparare la scrittura e la lettura in italiano, e a me è piaciuta la
scrittura.
Io
sono un’alunna perché frequento la classe 5^ e sono una studentessa, perché
vengo a scuola a studiare.
Io
sono figlia di Saima e di Afzal; io sono nipote di Bishir e Mida, che vivono in
Pakistan, a Mararpur. Io sono cugina di Faiza, che vive nella stessa città dei
nonni e ha sei anni. Io sono una sorella maggiore, perché ho due fratelli, Raza
e Bilal, e una sorella, Tanzila, tutti più piccoli di me.
Io
sono amica di Sadiqa e Tayyba, due ragazze più grandi di me, che vivono in
Pakistan e che conosco fin da quando sono piccola, perché abitano vicino a casa
mia.
Io
sono di carnagione più scura di alcuni dei miei compagni, perché la mia pelle è
marrone.
Io
sono di Mararpur, perché è la mia città preferita.
Io
sono golosa di “gol gape”, piccole patatine a forma di cerchio, e di “lesy”,
altre patatine, perché mi piacciono molto.
Io
sono un’amante delle fattorie, perché in Pakistan ne ho una, dove ci sono un
cane, due mucche e c’erano anche i vitelli.
Io sono
una ragazza.
Io
sono silenziosa, perché in classe non parlo così tanto; parlo di più con le
maestre, meno con le compagne.
Io
sono paurosa, perché ho paura del buio.
Io
non sarò mai cattiva, perché non mi piace essere cattiva con nessuno.
Io
sarò brava in italiano, e la mia maestra dice che sono già molto brava adesso,
perché ho imparato tantissime cose da quando sono arrivata in Italia, perché mi
piace fare italiano.
Chi
sono io?
Io
sono Amine.
Io
sono bravo a giocare a calcio in difesa. Ho imparato a 6 anni, non mi sono più
fermato e non mi fermerò nemmeno quando sarò grande. Io vorrei essere un bravo
calciatore, almeno i miei genitori mi fanno i complimenti, perché sono bravo
sia in porta sia in difesa e mi diverto. Non mi sono ancora iscritto alla
scuola calcio, ma quando giochiamo insieme a scuola i miei compagni mi dicono
che sono bravo. Io non sarò mai un ciclista, perché si deve pedalare un sacco e
io non voglio fare così tanta fatica.
Io
sono un amante del profumo della natura, perché è lei che ci fa vivere.
Io
sono un alunno e sto imparando quello che prima non sapevo. Le mie insegnanti
mi stanno aiutando a imparare. Quest’anno sono in 5^ e l’anno prossimo andrò in
1^ media, ma verrò ogni giorno a salutare i miei insegnanti.
Io
vorrei essere un bravo maestro che non sgrida. La maestra Antonella ci ha letto
un libro in cui c’era un insegnante che non sgridava mai e io voglio essere
come lui.
Io
sono marocchino, ma sono nato in Italia. Spesso, durante l’estate, vado al mio
paese, che si chiama Beni Melal. Mia sorella è nata in Italia come me, invece
mio fratello in Marocco, come mio papà e mia mamma.
Io
sono un appassionato di cuccioli di cane perché sono bellissimi.
Io
non sono appassionato della scuola.
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