Sono da tempo convinta che ci siano molti modi per
fare poesia a scuola, ma che ce ne sia invece uno solo per non farla: non
trovare il tempo.
C’è un ricordo che conservo nitidamente: anni fa,
all’inizio del mio lavoro nella scuola primaria (prima avevo insegnato per 17 anni
nella scuola dell’infanzia), durante l’assemblea di fine anno con i genitori,
la collega di italiano della classe parallela alla mia disse: «Anche a me
piacerebbe molto lavorare con i bambini sulla poesia, ma non ho tempo.».
Io ero agli inizi, lei prossima alla pensione. Eppure,
nonostante la sua esperienza, che la rendeva un’insegnante estremamente capace
e competente, non aveva tempo per ‘lavorare’ sulla poesia.
Per
me, in questi anni, è stato invece sempre vero il contrario: naturalmente,
l’elenco di quel che non ho ‘fatto’ in classe con i bambini è molto lungo. Però
per la poesia c’è sempre tempo, e questa è una convinzione fondata sull’ «[…] idea che la poesia sia il mezzo più
potente per esplorare e fare proprie le risorse del linguaggio e che l'acquisizione
di queste risorse sia fondamentale per la costruzione di una personalità
creativa e l'espressione di un pensiero libero.» (Chiara Carminati, Perlaparola bambini e ragazzi nelle stanze
della poesia, Equilibri 2011)
Così, anche se da sempre
tendo ad essere allergica alle ricorrenze “comandate” -dove in un solo giorno è
chiesto a chiunque di celebrare di volta in volta l’amore, la donna, la
lettura, la pace e, naturalmente, la poesia-, non ho potuto resistere a quest’ulteriore
richiamo: il 21 marzo sarà, come ogni anno dal 2000, la giornata mondiale della
poesia.
Noi saremo in gita a Verona,
e approfitteremo di quest’occasione per contagiare con la poesia alcuni sconosciuti,
che incontreremo sul nostro cammino e che sceglieremo con cura: per fare ciò, utilizzeremo
le poesie che ogni ragazza e ragazzo ha scelto, pescando tra le produzioni
proprie e altrui, in particolare dal nostro volume
attingendo
alla produzione di poeti noti
o scrivendo, di proprio pugno, una poesia per l’occasione
Verona, stiamo arrivando con
il nostro carico di poesia :)
Istruzioni per coltivare la poesia
(Trovate sul retro della confezione)
Chiudi gli
occhi.
Apri la mente.
Che cosa
scopri,
se guardi
attentamente?
Un po’ di
tristezza?
Un po’ di
allegria?
Mistero,
bellezza,
un po’ di
follia?
Drizza le orecchie.
Stai bene
attento.
C’è una parola,
una frase in
fermento?
Seguine il
ritmo.
Afferra il
rumore
e gustane, poi,
lentamente il
sapore.
È divertente?
Impertinente?
Senti che mette
radici alla
svelta?
Ormai
la poesia
ti sta
sbocciando in testa.
Poesia proibita
Questa poesia
non è per bambini.
Alla Larga!
C’è una pesante
porta di quercia
davanti a
questa poesia.
Ed è sprangata.
E c’è un
cartello sulla porta,
scritto a
grandi lettere rosse.
Dice: “Ogni
bambino che varcherà
questa soglia
non sarà mai più lo stesso.
ATTENZIONE.
ALLA LARGA”.
E questa cos’è?
Una chiave
nella serratura.
E nessuno nei
paraggi…
Dunque, niente
paura.
“Coraggio, dai
un’occhiata”
senti
riecheggiare in testa.
“Quando mai una
poesia
ti potrebbe far
la festa?”
Così tu giri la
chiave
e con cigolio
lento
quella porta ti
rivela
tutto quanto
c’è lì dentro.
E da allora
puoi tentare,
ma ogni sforzo
andrà perso.
Non potrai
tornare indietro,
non sarai mai
più lo stesso.
Tony
Mitton, Prugna, Einaudi 2001
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