sabato 17 novembre 2018

Silvestro e il sassolino magico



 

Di nuovo, un testo già utilizzato cinque anni fa torna ad accompagnarci alla scoperta di una nuova consonante, la S.

Lo fa, però, attraverso una nuova edizione, in cui, oltre il formato e la casa editrice, cambia la traduzione. E io, che ero affezionata a Silvestro Isadori, fatico a ritrovarlo con il cognome Somarelli.





L’asinello Silvestro ama collezionare sassolini dalle forme e dai colori più strani, e un giorno ne trova uno bellissimo. È un sassolino magico che esaudisce i desideri!



Ma ai desideri bisogna stare attenti: quando si incontra un leone affamato può capitare di esprimere quelli più sbagliati…



Come incomincia:



“Silvestro Isadori abitava insieme al suo papà a e alla sua mamma in Via delle Ghiande, a Borgo Avena.

Uno dei suoi passatempi preferiti era raccogliere sassolini dalla forma e dal colore insoliti.

Durante le vacanze, in un sabato in cui pioveva a dirotto, Silvestro trovò un sassolino davvero diverso da tutti gli altri. Era di un rosso acceso, lucido e perfettamente rotondo, come una biglia. Mentre esaminava questa pietra straordinaria, Silvestro cominciò a rabbrividire, forse per l’eccitazione, e sentiva la pioggia fredda inzuppargli la schiena. –Quanto sarebbe bello se smettesse di piovere!- disse.

Con sua grande sorpresa, la pioggia cessò. Non poco alla volta, come fa di solito. No: molto semplicemente, SI FERMO’ DI COLPO. Le gocce sparirono prima ancora di arrivare a terra, le nuvole scomparvero, tutto era perfettamente asciutto e il sole splendeva come se la pioggia non ci fosse mai stata.”




STEIG W., Silvestro e il sassolino magico, Mondadori



Come nella pubblicazione più recente, Amos e Boris, sempre edita da Rizzoli, William Steig ha il dono straordinario e potente di farci entrare immediatamente e nitidamente nella storia.

Siamo lì, con Silvestro, sotto la pioggia: e d’un tratto, il sassolino rosso tra le mani, non piove più.
Non, semplicemente, smette di piovere, ma la pioggia si ferma di colpo.

Tutto merito del sassolino rosso, certo: un sassolino magico davvero, così come lo ha rappresentato questa bambina, con le idee ben chiare rispetto al prima e al dopo (Ho disegnato due parti della storia, mi dice soddisfatta), al potere della magia, alla forza del desiderio.



I bambini parlano, i bambini scrivono: e mi piace osservare come evolvano le loro capacità, la loro concettualizzazione della lingua scritta. Da un lungo elenco di lettere, siamo passati alla successione di gruppi più o meno numerosi, in cui si cominciano a intravvedere le prime parole di senso.






Poi ci sono loro, che scrivono quasi correttamente fin da prima di cominciare la scuola, e per i quali la produzione scritta in autonomia può essere un modo efficace per continuare a parlare di ciò che hanno ascoltato e su cui hanno riflettuto.







 A scrivere s'impara scrivendo.

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