L'affetto tra
due sorelle, un vigile rapito, un'allegra comitiva, ossi (non di
seppia): c'è tutto un mondo, dentro queste storie in rima di Gek
Tessaro, che le illustra nel modo giocoso e potente che gli
appartiene.
Gigina
e Gigetta
Come
incomincia:
“Una
bella testa
Io
voglio bene alla mia sorellina
Lei
si chiama Gigetta e io invece Gigina
Lei
ha due occhi e sono belli
Ma
io non so quanti sono i capelli
Che
non è tanto facile contarli
Quelli
già contati dovresti ricordarli
Tenerli
in mente son troppi e li perdi
E
il numero esatto così te lo scordi
Alla
mia sorellina voglio bene ma tanto
Se
solo stesse ferma un poco soltanto!
I
capelli son belli ma tutti arricciati
Mi
sfuggono sempre dopo averli contati
Ma
esiste un sistema per ogni problema
E
io non sono una bambina scema
Adesso
li conto a cento li taglio
In
questo modo è sicuro non sbaglio
Finiti
i mazzetti li conto uno per uno
Ora
che in testa non ne ha più nessuno
Li
posso contare con tranquillità
Ecco,
mi dico, è così che si fa
Io
voglio bene alla mia sorellina
Lei
si chiama Gigetta e io invece Gigina
E
aspettando che la sua capigliatura ricresca
Non
pensate che abbia una bella testa?"
TESSARO
G., Gigina e Gigetta,
Carthusia
Nessun commento:
Posta un commento