Ci sono molti modi, i più
impensati, per dare inizio a una rivoluzione, così come ci sono molti modi per
educare. E non credo sia un caso che i metodi educativi che riscuotono maggiori
probabilità di successo non siano quelli che palesano i loro intenti dietro
diffuse e noiose istanze dichiaratamente pedagogiche, ma, al contrario, quelli
che aiutano a riflettere senza che ci si senta costretti o indirizzati a farlo.
Un albo illustrato può
fare molto per un’educazione senza stereotipi: oggi ho scoperto che uno dei
miei illustratori preferiti, Quentin Blake, con l’amico e complice John Yeoman,
ha realizzato uno dei più divertenti e dissacranti inni alla libertà che sia
mai stato scritto.
La
rivolta delle lavandaie
pubblicato
in Italia per la prima volta nel 1979 e riedito di recente col titolo
Lavandaie
scatenate
Sette lavandaie non possono
far altro che lavare, e stirare, la biancheria che il padrone della lavanderia,
Baldassarre Strozzi, procura loro, in un crescendo senza fine. Finché,
semplicemente, una delle sette, timidamente chiede: “E se lasciassimo tutto lì?”.
Non ci sono grandi
proclami, o inni di battaglia, o un evento drammatico a scatenare il tutto:
solo poche parole, pronunciate quasi con timore. Eppure, da quel momento tutto cambia
e per le sette amiche è un susseguirsi ininterrotto di scorribande, finché
sulla loro strada appaiono sette rudi taglialegna.
E poco importa che alla fine
le lavandaie tornino a fare il loro antico mestiere: lo fanno perché lo hanno
scelto, lo fanno per amore e, ciò che più importa, non lo fanno da sole, ma
insieme ai sette taglialegna, che a loro volta lavano, cucinano
e leggono storie, certamente splendide, ai propri marmocchi.
Come incomincia:
“C’erano
una volta sette lavandaie.
Ogni
giorno scendevano al fiume con le ceste della biancheria sporca sulla testa. Si
chiamavano Susanna, Marianna, Lucia, Maria, Rosina, Marina e Caterina e
andavano molto d’accordo.
Quando
arrivavano al fiume, scaricavano la biancheria, la dividevano a seconda dei
colori e dei tessuti, e la tuffavano in acqua. La tenevano un po’ a mollo e la
insaponavano. La battevano e la sbattevano sulle grosse pietre del fiume, la
risciacquavano e la strizzavano; poi la stendevano al sole sui cespugli e sugli
scogli. Per due leghe tutt’attorno non c’erano lavandaie più in gamba.
Ma
loro non erano contente, perché
il padrone della lavanderia, Baldassarre Strozzi, era un omino basso e
rinsecchito che per tutto il giorno contava i suoi soldi e intanto le faceva
sgobbare senza tregua per aumentare sempre più le sue entrate.”
YEMAN – BLAKE, La rivolta delle lavandaie, EL
http://letturacandita.blogspot.it/2012/04/la-borsetta-della-sirena-libri-per_15.html
Dal mio blog preferito (il più bello del reame!), Lettura Candita, dell'unica e inimitabile Carla Ghisalberti
http://letturacandita.blogspot.it/2012/04/la-borsetta-della-sirena-libri-per_15.html
e da Biblioragazzi
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