Sole,
scherzavo
Ma
come si permette questo sole
di
accecarmi lo sguardo?
Cosa
vuole,
salendo
tanto in alto piano piano
che,
per quanto mi spinga in punta ai piedi,
sono
sempre più nano?
Perché
mi strappa e per terra distende
una
figura del mio corpo intero
che,
come sangue somigliante e nero,
mi
balla intorno e non si rapprende?
Chi
l’ha chiamato il sole dall’Oriente?
Sole,
scherzavo.
Sole
non andare.
Se
ti allontani, vedi, più lontana
dall’altra
parte anche l’ombra si tende.
Non
spegnerti nel rosso di Occidente
fiamma
rotonda e chiara, palla fiore,
non
diventare bruna.
Resta
su, mongolfiera felice,
a
cui m’appendo per viaggi d’amore.
Sole,
non mi lasciare con la luna
che
ti specchia ma fredda lassù tace.
PIUMINI R., Sole,
scherzavo, NER
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