Il
più delle volte
non
serve sprangare le porte
bruciare
ogni fuso
vietarne
il possesso, proibire l’uso
ci
sarà sempre
una
porticina aperta, una vecchina che fila
una
scoperta
qualcosa
che non sai neppure cos’è
uno
sbaglio fatto apposta per te.
Non
sempre, ma a volte
occorre
pungersi
sanguinare
un poco
dormire
tutto il sonno
che
viene dopo
sorbirlo
come una medicina
per
svegliarti diversa
da
com’eri prima.
Silvia Vecchini – Arianna Vairo, In mezzo alla Fiaba, Topipittori
Sono giorni che giro con
questo libro nella borsa. Ce l’ho messo in settimana, mi serviva a scuola, poi (si
sa come vanno queste cose) a scuola abbiamo fatto altro e il libro è rimasto
lì, chiuso e silenzioso. Però, a modo suo, mi parlava; e ho capito che
aspettava solo il momento giusto perché lo aprissi.
Ieri l’ho fatto, e ho
subito trovato quel che mi serviva: non tanto per i miei bambini (abbiamo
appena letto Rosaspina, e lì, tra la pagina 12 e la 13, con un braccio sotto il
capo, gli occhi socchiusi e il corpo forse percorso dalle impronte del castello
c’è proprio lei), ma per me, mamma prima ancora che maestra. E per le mamme, i
papà, i nonni e le nonne dei miei bambini, tutti noi tentati di
“sprangare
le porte
bruciare ogni fuso
vietarne
il possesso, proibirne l’uso”
Che fatica, riconoscersi
in questi versi; ma quanta verità!
Vorremmo impedire ad ogni
modo che i nostri figli debbano entrare a contatto col dolore, la sofferenza,
il sonno che pare morte. Vorremmo sprangare, bruciare, vietare, proibire, ma…
“ci sarà sempre
una porticina aperta, una vecchina che fila
una scoperta
qualcosa che non sai neppure cos’è
uno sbaglio fatto apposta per te.”
E se, almeno per un attimo, smettessimo di essere
madri, padri, insegnanti, ci ricorderemmo che senza quello sbaglio fatto
apposta per noi, quel poco o tanto sangue, quel poco o tanto sonno che viene
dopo, non saremmo quel che siamo ora: diversi da com’eravamo prima.
Considero uno dei più bei regali della Fiera di Bologna 2015 aver conosciuto Silvia Vecchini e suo marito Sualzo, due splendide persone, prima ancora che due autori grandiosi.
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