Mi piace davvero il
linguaggio semplice e profondo della poesia: lo ritengo capace di parlare una
lingua potente, che si radica dentro chi legge, o ascolta, rilasciando echi
perpetui, che si allargano come i cerchi di un sasso gettato nell’acqua.
Tendo a rifuggire i
percorsi di poesia preconfezionati o concentrati in un determinato periodo; amo
che la poesia faccia parte della vita quotidiana, mia come dei miei bambini.
Ieri abbiamo letto, e
trascritto, la Filastrocca dei versi delle bestie, tratta da
Rima rimani
di
Bruno Tognolini, Salani
I bambini hanno
immediatamente intuito uno dei miei scopi: “L’hai
scelta perché ci sono tante sce”.
Era vero solo in parte: l’ho
scelta anche per ricordare di nuovo i versi degli animali, e i verbi che li
esprimono. E l’ho scelta soprattutto perché si prestava a lavorare in modo
semplice ed efficace ad una rielaborazione collettiva del testo.
Infatti ho spiegato loro
che avremmo tenuto la struttura della poesia (la parte iniziale di ogni verso)
per cambiare gli animali protagonisti. Cambiando i soggetti, sarebbero però
cambiati anche i relativi verbi, e questo è stato il primo problema da
affrontare.
Pensate a un animale. “L’asino”
Cosa fa l’asino? “Raglia” “Ma
raglia non finisce con sce”
Allora bisogna cambiare
animale.
“La mucca” E cosa fa la
mucca? “Muggisce” Perfetto, il primo verso è completato.
Continuiamo:
“Il delfino” “Che verso fa
il delfino?” E chi lo sa? Nemmeno la maestra, e neppure internet risolve il
problema.
“La balena” “Le balene non
fanno versi, cantano” “I pesci”
“Il cane” “Il cane abbaia”
“Non va bene” .
È vero, però, quando il
cane piange, o si lamenta, o soffre, si dice che guaisce.
“Guaisce va bene”
Abbiamo anche il secondo
verso.
“Il gatto” “Miagola” “Non
va bene” E il nemico del gatto? “Il cane”
“Il topo” Cosa fa il topo? “Squittisce”
Per il quarto verso è stato
decisamente più difficile: ho suggerito il cervo che bramisce, il grillo che
frinisce…ma poi è arrivato il maiale che grugnisce, e ha battuto tutti gli
altri.
Scimmie e pavoni sono
stati individuati in fretta come animali chiacchieroni, e la nostra filastrocca
si è potuta felicemente concludere:
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