Il lavoro di gruppo è una
delle metodologie che sia io che i ragazzi preferiamo. Le motivazioni, le mie e
le loro, sono ovviamente in parte diverse, ma è proprio ora che sono più grandi
che mi piacerebbe che comprendessero meglio quel che spinge un insegnante,
nonostante la confusione che spesso ne deriva, a continuare a scegliere di
farli lavorare insieme.
L’obiettivo che mi sono
prefissa dell’attività dei giorni scorsi è il consolidamento dell’uso corretto
dell’H, che non è ancora completamente acquisito da tutti.
Con questa abilità scritta
chiaramente alla lavagna, ho chiesto ai ragazzi quali criteri avremmo dovuto
seguire nella formazione dei gruppi.
Queste le loro proposte:
7
bambini escono e scelgono 3 compagni che lavorano con loro
Secondo
me escono 4 bambini e questi 4 scelgono 7 compagni
Tutti
i bambini dicono su che cosa sono ancora un po’ incerti, poi tu formi i gruppi,
e non importa se un gruppetto è da 2, da 5 o da 6, e ogni gruppo dev’essere in
grado di fare quello su cui è incerto, e non quello di cui è sicuro
Escono
7 bambini e ogni bambino sceglie prima un maschio poi una femmina e così via,
dopo un gruppo sceglie su cosa fare, sceglie l’accento e si allena un po’
sull’accento, un altro sceglie l’H e si allena sull’H
Si
può fare un tabellone di gioco che al posto dei numeri ci sono le parole con
l’H
Se
ad esempio io devo scegliere 4 ragazzi, per forza deve starci pure un maschio
In
ogni gruppo, ci dev’essere qualcuno che è sicuro nell’uso dell’H, in modo da
poter aiutare chi è più in difficoltà
Per
me i gruppi non saranno maschi e femmine divisi, ma saranno un po’ mischiati
Un
po’ quelli che hanno meno difficoltà con l’H con quelli che hanno più
difficoltà
Tu
scegli delle persone, le metti vicino alla porta e quelle persone, una alla
volta, scelgono gli altri
Usciamo
lì e si deve chiamare un maschio e una femmina
Dopo aver concordato che un
lavoro di gruppo davvero efficace deve permettere a chi si sente ancora in
difficoltà di acquisire maggiori competenze, anche grazie ai compagni più
sicuri, ho chiesto che alzassero la mano, senza inutili e false modestie,
proprio i ragazzi che si sentivano in grado di sostenere i compagni.
Ognuno di loro ha poi scelto
chi invece ha dichiarato di sentirsi ancora insicuro, e così via, a
completamento dei gruppi.
10-15 minuti per progettare
l’attività, una veloce ricognizione per recuperare il materiale occorrente ai
diversi gruppi e altri 45 minuti per incominciare il lavoro.
Al primo stop dell’attività chiedo una verifica in itinere riguardo
l’efficacia del lavoro di ogni gruppo: Cosa avete fatto? A che punto siete? Cosa ha o non ha funzionato?
F.: abbiamo disegnato
l’Italia e fatto una specie di testo in cui abbiamo scritto le particolarità
dell’Italia, ovviamente con l’H. Ci manca ancora un po’. Ha funzionato bene il
disegno, il testo anche, però c’è qualche errore ortografico. Il titolo, che si
è inventato L., è L’H all’italiana.
M. C.: abbiamo prima
piegato un foglietto e poi scritto un titolo, Usare l’H. Poi sotto abbiamo
scritto tipo HANNO HA HO…poi dentro abbiamo fatto lo schema con al centro l’H e
intorno le parole che si formano. Su un foglio a righe abbiamo scritto frasi
con l’H e abbiamo attaccato un’H tridimensionale. Non abbiamo finito. All’inizio
io mi distraevo sempre un po’ a parlare,
e non tutti erano coinvolti, poi invece ha funzionato meglio.
C.: abbiamo realizzato
un giro dell’oca con al posto dell’oca un serpente con le caselle
tridimensionali che si aprono. Poi nel giro del serpente c’è una scorciatoia e
abbiamo fatto tridimensionali tre dadi e le pedine. Ci mancano le regole del
gioco. C’era qualcuno che noi gli dicevamo cosa doveva fare e lui se ne
fregava. Ci guardava lavorare e lui stava lì fermo. Il resto ha funzionato
tutto.
A.: noi abbiamo fatto
all’inizio una tabella prima con le parole sbagliate senza l’H che si dovevano
riscrivere corrette. Nell’altra colonna le abbiamo riscritte giuste. Poi
abbiamo preso due fogli e abbiamo scritto su uno quando serve l’H e sull’altro
quando non serve. Poi abbiamo fatto un gioco con le parole con le lettere a
caso con cui bisogna comporre una parola con l’H. Non abbiamo ancora finito.
All’inizio non ha funzionato tanto bene perché non ci eravamo messi d’accordo
bene, poi invece abbiamo fatto un po’ di cose che ognuno voleva fare.
N.: noi abbiamo fatto
tipo un gioco dell’oca, solo che si chiama Gioco dell’H. Abbiamo fatto un
percorso dove ci sono degli imprevisti ma anche dei vantaggi. Alcuni vantaggi
erano di fare una frase, con l’H o senza, solo che se sbagliavi dovevi tornare
al punto di partenza. Abbiamo scritto dentro le caselle le regole del gioco.
Noi eravamo più avvantaggiati degli altri perché avevamo un dado vero. Abbiamo
finito. È funzionato tutto liscio, solo che all’inizio quest’idea era stata di
Sofia e io non avevo capito niente, poi dopo abbiamo capito.
B.: anche noi abbiamo
fatto il Giro dell’oca, però l’abbiamo chiamato Giro dell’H. Invece che andare
subito tirando il dado, abbiamo preparato delle domande, ad esempio una
contiene l’H e una no. Scrivevamo Ho mangiato oppure O mangiato e abbiamo fatto
dei quadratini di fianco in cui mettere la X per segnare quella giusta. Se la
risposta è corretta, lanciano il dado e vanno avanti del numero che esce, se
invece è sbagliata rimangono alla partenza. Abbiamo finito.
Ha funzionato tutto perché
abbiamo trovato un ruolo da dare ad ogni bambino, però non abbiamo scritto le
regole. Le sappiamo ma non le abbiamo scritte.
G.: noi abbiamo
realizzato delle frasi con l’h, e ogni frase l’H la facevamo in rosso, e con le
lettere dell’alfabeto, più o meno… le iniziali delle frasi. Però l’alfabeto non
l’abbiamo finito, perché ci mancano delle frasi. Dietro abbiamo fatto un H
gigante con i nostri nomi, ma dobbiamo finirla. Ha funzionato tutto, solo che
all’inizio non riuscivamo a metterci d’accordo.
A.: abbiamo fatto un
cartellone, abbiamo scritto una frase e sotto abbiamo fatto un albero con i
rami senza foglie e di lato abbiamo incollato un foglio su cui abbiamo scritto
delle parole con l’H. L’albero unisce le parole dell’H. Non abbiamo ancora
finito. All’inizio non è che siamo stati molto in gruppo, ma dopo un po’ ci
siamo uniti.
M.: non abbiamo ancora
finito il cartellone, però abbiamo scritto la spiegazione dell’H e delle
parole, che dobbiamo dire, con l’H. Ha funzionato che abbiamo lavorato tutti in
gruppo, però ci abbiamo messo un po’ troppo a fare il titolo.
A.: noi abbiamo su un cartellone
scritto il titolo e attaccato quattro fogli e abbiamo scritto degli elenchi
sulle parole dell’H. Non abbiamo ancora finito. Ha funzionato il lavoro di
gruppo, non ha funzionato che ci abbiamo messo tanto a metterci d’accordo.
S.: noi abbiamo fatto il
cartellone con alcune delle regole sull’H. Abbiamo fatto un fiore al centro
colorato con tanti tipi di H e poi abbiamo fatto altri fiori e li abbiamo
incollati intorno. Dentro ci abbiamo scritto alcune delle regole sull’H. Non
abbiamo ancora finito. Ha funzionato che abbiamo lavorato tutti in gruppo e ci
siamo aiutato.
G.: noi abbiamo fatto
un cerchio con dentro l’H e delle frecce con alcune regole e abbiamo scritto
anche dei caratteri dell’H. Non abbiamo ancora finito. Ha funzionato che ci
siamo prestati le cose, non ha funzionato il titolo, perché abbiamo sbavato un
po’ e quando abbiamo ripassato col nero è venuto malissimo.
M.: noi abbiamo scritto
una frase con la regola dell’H e poi dovevamo scrivere Ecco un esempio, ma non
l’abbiamo ancora scritto, ci manca ancora un po’. Ha funzionato lavorare
insieme, un pezzo del lavorare insieme, perché all’inizio loro hanno dettato e
io ho scritto; quello che non ha funzionato è che ci abbiamo messo un po’
troppo a scrivere il titolo e io sono stato un po’ critico.
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