sabato 22 settembre 2018

Avete visto Anna?


Da sempre penso che pedagogia e didattica non possano che essere strettamente correlati. Nel fare scuola in cui credo, c’è sempre il tentativo di tenere strettamente insieme la conoscenza dei processi dell’educazione e della formazione umana con l’insegnamento.

Così, in questi primi giorni, l’avvio delle attività che porteranno le bambine e i bambini a leggere e scrivere non può prescindere dalla conoscenza di ognuno di loro, da parte degli insegnanti e tra loro stessi.

Insieme a molte attività semplici e concrete da realizzare e ritualizzare (penso, ad esempio, all’appello in cui ognuno risponde con i propri preferiti in diverse categorie: pizza, gelato, frutto, personaggio televisivo…) mi piace proporre loro albi che, presentando in modo evidente le prime lettere che impareremo a conoscere, permettano loro di comprendere e confermarsi nella convinzione che ognuna, ognuno, è unico e speciale.

In questi primi giorni è toccato ad Anna, la protagonista smarrita (vuol dire scomparsa) dell’albo Avete visto Anna?, scritto da Susanna Mattiangeli e illustrato da Chiara Carrer per Il castoro.




Anna è al mercato con la mamma (mi pare che Susanna Mattiangeli ami le situazioni in cui la gente sta insieme, si confonde, si mescola: anche questa è politica, no?), quando improvvisamente scompare.

(La mamma ha paura che l’hanno rapita! Quanto ci racconta questa semplice frase delle paure, spesso indotte proprio da noi adulti, dei nuovi bambini. E, mi chiedo: come sono cambiate, le loro e le nostre paure, nel corso degli anni?)

Subito, intorno alla mamma, si raduna una piccola folla, che ha bisogno di sapere come sia fatta Anna, per poterla cercare e, soprattutto, trovare.

Ma è difficile descriverla: Anna è diversa da tutti. In mezzo a tanti bambini, c’è solo lei, come lei.


 



Anna può essere molto morbida. Si muove morbida, si siede morbida.

Se ascolta una storia, per esempio, sta stesa a sentire, si tiene la faccia, è soffice e liscia.





Ma tutto può cambiare. L’aria, i pensieri, l’umore.

Se si indurisce, cammina dritta, si sposta di scatto, urta gli oggetti, è tutta compatta.





Anna a volte si scatena. Si agita, si incendia. Si accende e fa la fiamma.

Dopo qualche minuto è tutta calda, sulla fronte, sulle guance, sulle mani.




Se però osserva le formiche, sta ferma per un pezzo.

Magari non c’è il sole, le formiche vanno e vengono, lei diventa fredda e nemmeno se ne accorge.



 



Se si offende, diventa ruvida e ti spinge, le spuntano le spine e in un attimo ti punge.

Quando è così, ti conviene star lontano.


 





Come incomincia:

È stato un attimo. Un chilo di mele, un’occhiata ai mandarini e Anna non si trova più.

“Scusate, averte visto Anna? Era qui un momento fa, non può essere lontana.”



“Ma com’è fatta questa Anna?” chiedono le signore al mercato.

“Ha due codini e la gonna bianca.”

“Come quella lì? O forse questa qui? O laggiù? O quassù? O qui dietro?”

“No, no. Nessuna di loro è Anna.”



MATTIANGELI S. – CARRER C., Avete visto Anna?, Il castoro

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