Mi capita, a volte, prima che cominci la scuola -quella vera,
con le bambine e i bambini, intendo- di
non riuscire a dormire. Con gli anni ho imparato a non lottare con l’insonnia, ma
a farmela amica, sottraendole ore che durante il giorno non riesco a ritagliare
per stare sola con me stessa e i miei pensieri. In queste ore rubate non è la
lettura, a farmi compagnia, ma la scrittura: come se dare forma scritta, e in
qualche modo ordinata, ai miei pensieri, potesse in qualche modo restituirmi il
diritto al sonno.
Non è agitazione, la mia e neppure ansia, o inquietudine;
mi pare somigli piuttosto a quell’irrequietezza migratoria che da anni mi affascina.
Fra poche ore inizierà un viaggio lungo cinque anni, di
cui in questo momento conosco solo il punto di partenza e pochissimi compagni.
Il grosso dello stormo, da guidare e proteggere nel volo, perché non si perda e
arrivi a quella che sarà la destinazione comune, per ora è quasi solo dentro la
mia, la nostra immaginazione. Li ho incontrati, qualche volta, quegli
anatroccoli maschi e femmine, ma ancora non li conosco: non so cosa piace loro,
cosa fa loro paura, in cosa eccellono e cosa temono di non saper fare. Non so cosa
li farà sorridere, per cosa s’incupiranno, se a tratti mancheranno loro la
mamma e il papà, o se la scuola, la classe, riusciranno sempre ad essere per
loro una casa altra, sicura, accogliente, aperta.
Non so quante pause ci saranno necessarie, chi si
attarderà e chi tenterà la fuga, chi, fin dal primo giorno, starà bene nel
gruppo e chi avrà bisogno di tempo – tanto, poco, chi lo sa? – per fidarsi e
affidarsi. Non so se saremo capaci, noi che alternandoci guideremo e chiuderemo
lo stormo, di trovarne il giusto ritmo, assecondandolo alle fatiche e agli
slanci e variandolo a seconda delle necessità. Non so se riusciremo a
proseguire sempre insieme nella stessa direzione, o se ci saranno delle virate
improvvise; non so come reagiremo alle difficoltà e agli entusiasmi.
Non so se nel viaggio incontreremo altri stormi, se ci
saranno degli spostamenti da uno stormo all’altro, chi completerà il suo
viaggio con una nuova formazione o chi, nuovo, arriverà.
Quel che so è che, quando sarà il momento, niente potrà
fermarci.
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