Gli
addetti ai lavori (maestri e maestre della scuola primaria) lo sanno
bene: quando nei libri di testo per i nostri alunni,
generalmente in classe 4^, si parla di autobiografia, i brani
selezionati sono spesso tratti da Boy, di Roald Dahl, o
Quando avevo la tua età, una bella antologia in cui
gli scrittori per ragazzi raccontano la propria infanzia.
Due
ottimi libri, nulla da eccepire, ma mi chiedo spesso perché non sia
altrettanto facile trovarvi brani tratti dai volumi di una collana
che, con attenzione e cura, la casa editrice
Topipittori ha pubblicato negli ultimi anni, a partire dal 2009, dal
titolo
Gli anni in tasca
Ma lasciamo che siano gli editori stessi a raccontarcela:
Gli
anni in tasca è una raccolta di narrazioni
autobiografiche sull’esperienza dell’infanzia e dell’adolescenza,
dedicate a tutti i lettori, ma in particolare a giovani lettori, dai
12 anni in poi. Il progetto nasce con l'idea di restituire agli
adulti un ruolo forte come narratori, capaci di offrire ai ragazzi,
attraverso il racconto di sé bambini, la traccia e la memoria di
esperienze autentiche ed esistenzialmente significative.
La
collana, che riprende il titolo di un famoso film di Truffaut degli
anni Settanta e si riallaccia a una ricca tradizione di vicende
autobiografiche raccontate ai ragazzi, intende offrire una misura
rinnovata di parola e di racconto: una scrittura che nasca come
profonda e spontanea riflessione sulla propria storia, spazio aperto
sulla scoperta di sé e del mondo, insostituibile strumento di
analisi del rapporto con la realtà, la storia, se stessi, gli altri.
il racconto vivo del proprio passato, della propria autentica esperienza infantile è un modo interessante per comunicare il valore che può avere un racconto personale, non in quanto dato meramente autobiografico, ma come generatore di significato rispetto all’esperienza di vita non solo privata, ma collettiva.
Le
persone invitate a raccontare la loro esperienza sono diverse per
età, sesso, nazionalità, professione, origine, classe sociale.
Grazie alle loro stoprie andrà a comporsi una sorta di collezione di
infanzie del presente e del passato, un composito e variegato quadro
di memorie, narrazioni, vissuti capace di creare un senso importante
per tutti: ragazzi e adulti.
Nel
2010 Gli
anni in tasca
hanno vinto il Premio Andersen come miglior collana di narrativa.
Motivazione:
Per aver proposto con sagace rigore,in un momento editorialmente non
facile,un'idea nuova di collana. Per essersi affidata a una pluralità
di voci,di esperienze,di eco,di generazioni capaci di rendere al
meglio l'avventura faticosa ed esaltante,stupefacente talvolta,della
crescita,della scoperta di sé e degli altri.
Gli anni in tasca graphic
Ed ecco alcuni lavori realizzati dai miei bambini in 2^ dopo la lettura di alcuni brani tratti dai libri della collana:
Possiedo
molti titoli della collana: su tutti, il mio preferito è
di Giusi Quarenghi, forse perché molto vicino alla mia infanzia in un piccolo paese di montagna.
Ma amo molto anche Un altro me
di Bernard Friot, per l'atmosfera tormentata e inquieta, o, al contrario, A caccia di rane, di Michele Petrucci, Bacio a cinque, di Giulia Sagramola e Il magnifico lavativo, di Tuono Pettinato, della serie Graphic, per il loro tono divertito e scanzonato
Io
sono il cielo che nevica azzurro
di Giusi Quarenghi, forse perché molto vicino alla mia infanzia in un piccolo paese di montagna.
Quando
nasci in un paese perso fra i monti, per crescere hai a disposizione pochi
riferimenti. La bambina protagonista di questo libro ne ha due. Due maestre:
sua madre, infaticabile, sempre immersa nel lavoro della trattoria e della
casa, ma sempre attenta, capace di dire, fare, guardare, con occhio
infallibile, parole semplici e profonde, gesti forti e sicuri. E poi la valle:
quell’immenso spazio aperto per trovare il quale la bambina deve sfuggire alla
prima maestra, per diventare una cosa sola con l’erba, il cielo, la roccia,
l’acqua, e ascoltare i suoni delle sue mille lingue segrete. Due scuole tanto
diverse, eppure necessarie per prendere la strada di sé, che coincide con
quella che porta lontano, verso l’infinito della pianura.
Ma amo molto anche Un altro me
di Bernard Friot, per l'atmosfera tormentata e inquieta, o, al contrario, A caccia di rane, di Michele Petrucci, Bacio a cinque, di Giulia Sagramola e Il magnifico lavativo, di Tuono Pettinato, della serie Graphic, per il loro tono divertito e scanzonato
Ed ecco alcuni lavori realizzati dai miei bambini in 2^ dopo la lettura di alcuni brani tratti dai libri della collana:
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