Si lasciano mai le case dell'infanzia?
Mai: rimangono sempre dentro di noi, anche quando non esistono più,
anche quando vengono distrutte da ruspe e bulldozer.
Ferzan Ozpetek
Ci sono argomenti che mi affascinano da sempre: su tutti, case e alberi (una casa sull'albero, poi, è il meglio che si possa desiderare!). Per questo motivo non ho proprio potuto fare a meno di regalarmi questo albo
Le
case degli altri bambini
di Luca Tortolini e
Claudia Palmarucci, orecchio acerbo editore
che mi ha catturato fin
dalla copertina, con quattro amici a costruire case con quelli che
sono, in tutta evidenza, degli scatoloni magnificamente adattati allo
scopo. La finestra disegnata al tratto sul muro di cartone è
identica a quelle che ho disegnato nella mia infanzia (e che
disegnerei anche ora, se fossi costretta), come le scarpe della bimba
più grande, simbolo di un passato ormai abbastanza lontano.
Dentro, tra le pagine,
un magnifico catalogo di case e, soprattutto, di bambini e famiglie
tra loro diversissimi: Giacomo, Matteo, Lorena o Sindel, tutti hanno
un luogo che chiamano “casa”.
E per finire:
C'è la casa di Claudia che ha tutti i pavimenti di legno.
Una stanza piena di fogli, pennelli, matite e colori, dove da grande lavorerà tutto il tempo. Inventerà storie, disegnerà bambini, case e adulti.
Quando Claudia cammina per casa, il pavimento scricchiola.
Vicinissimo c'è un lago.
Per arrivarci bisogna percorrere un viale alberato.
E nel lago c'è un piccolo attracco e una barchetta.
Claudia fa molte gite in barca.
Ma non ora.
Perché non esiste questa casa, ora.
Quando Claudia sarà grande, questa casa esisterà.”
C'è la casa di Claudia che ha tutti i pavimenti di legno.
Una stanza piena di fogli, pennelli, matite e colori, dove da grande lavorerà tutto il tempo. Inventerà storie, disegnerà bambini, case e adulti.
Quando Claudia cammina per casa, il pavimento scricchiola.
Vicinissimo c'è un lago.
Per arrivarci bisogna percorrere un viale alberato.
E nel lago c'è un piccolo attracco e una barchetta.
Claudia fa molte gite in barca.
Ma non ora.
Perché non esiste questa casa, ora.
Quando Claudia sarà grande, questa casa esisterà.”
(Le immagini sono tratte dal blog dell'illustratrice, Claudia, appunto)
Come incomincia:
“C'è
la casa di Giacomo che sta nel rione Monti, e se ti affacci dalla
finestra puoi vedere il Colosseo. La casa è piena di oggetti e sulle
pareti non c'è un solo spazio libero per appendere un quadro.
Giacomo fa i compiti in cucina e gioca in bagno.
C'è
la casa di Matteo che è piccolissima e ci vivono in undici.
La
mamma bionda di Matteo.
Il
papà canuto di Matteo.
La
sorella grassa di Matteo.
Il
fidanzato grasso della sorella grassa di Matteo.
La
nonna e il nonno vecchissimi di Matteo.
La
zia sempretriste di Matteo e suo marito sempreallegro.
Il
cugino di Matteo, figlio della zia sempretriste
e
dello zio sempreallegro.
Un
parente che prima stava lontano:
si
chiama il Parentelontanodimatteo.
Pure
un cane.
Barbino
si chiama, e si nasconde sempre.
TORTOLINI –
PALMARUCCI, Le case degli altri bambini, orecchio acerbo
Sul sito della casa editrice è possibile visionare un'anteprima del libro.
Ed ora, le case immaginate dei miei bambini:
13 aprile 2015
Liberamente ispirati da
Case
di Carson Ellis, Emme Edizioni
E come Claudia Palmarucci, anche i miei bambini hanno immaginato le case che vorrebbero:
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