Dal
vocabolario Treccani:
logogrifo
(meno corretto logògrifo)
s. m. [dal fr. logogriphe, comp.
del gr. λογο- (v. logo-) e
γρῖϕος
«rete; discorso intricato; enigma»]. – Gioco enigmistico consistente nel
formare da una parola madre (detta intero)
parole costituite da un numero minore di lettere, purché nell’insieme delle
combinazioni si trovino tutte le lettere dell’intero, e almeno una delle combinazioni contenga tutte le vocali che
nell’intero figurano ripetute più di una volta (per es., dall’intero crostaceo le parole sacco, ostro, estro,
astro, sarto, ecc.; da paradiso
le parole diaspro, sapori, spada, raso,
ecc., che costituiscono un l.
decrescente, in quanto le varie
combinazioni diminuiscono successivamente di una lettera). Oltre ai l. letterali, come gli esempî precedenti, si hanno l. sillabici, in cui le combinazioni vengono formate con
sillabe dell’intero (per es., da dominatore
le parole mito, nato, rena, minareto,
donatore, ecc.).
In classe abbiamo sperimentato
questo gioco nella versione del libro I draghi locopei, di Ersilia
Zamponi: con le lettere del nome e cognome di una persona (in questo caso, le colleghe), abbiamo formato
alcune parole. Con alcune di esse abbiamo scritto una frase.
(e si coglie l’occasione
per parlare di allitterazioni)
Dopo aver sperimentato
insieme, finalmente i bambini si mettono alla prova con il lavoro a coppie; è
proprio durante questa attività che emerge, in modo immediato e ben
comprensibile a tutti, la centralità del verbo nella frase. Chi non è riuscito
a trovarne neppure uno, non riesce neppure a scrivere la frase:
(Il
poni sul tafano fa la lana mi ha fatto pensare a Toti Scialoja :) )
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