Di
mestiere faccio la maestra. Dev'essere per questo che, leggendo, ho
sempre attribuito una sorta di supremazia alle parole sulle
immagini. Questa “forma mentis” fatica ad abbandonarmi anche ora,
che frequento intensamente e con amore gli albi illustrati. Le
illustrazioni mi colpiscono, mi attirano, mi interrogano, ma sono le
parole le prime a cui chiedo conto dei significati.
È
capitato così anche pochi giorni fa, quando ho aperto per la prima
volta
Cappuccetto
e il viaggio in autobus
di Marianne Dubuc, La
Margherita Edizioni
L'ho sfogliato
lentamente, pagina per pagina, leggendo le poche parole che
accompagnavano ogni immagine. Sono arrivata alla fine, l'ho chiuso, e
ho sentito impellente il bisogno di ricominciare dall'inizio, alla
ricerca di tutto ciò che mi era sfuggito. E mentre scrivo, non vedo
l'ora di leggere le versioni di Briciole di Pollicino e Scaffale Basso, per scoprire quel che anche loro hanno visto.
Intanto, scopro che la
copertina della prima versione, quella a catalogo per l'editore La
Margherita, porta semplicemente il titolo L'autobus: in
effetti, quasi nulla farebbe supporre che la protagonista, che
attende alla fermata, possa avere qualche legame con Cappuccetto
Rosso, anche se, osservando attentamente, possiamo notare che nella
mano destra tiene un cestino, e che indossa un golfino rosso. Può
bastare?
Le risguardie sono
rosse, nient'altro che un uniforme distesa di rosso; il titolo si
presenta accompagnato dal nome dell'autrice e dell'editore in una
pagina completamente bianca. Ma appena giriamo pagina, l'immagine
prende il sopravvento, e un autobus spunta da sinistra, mentre nella
pagina di destra la bambina, per mano alla mamma, attende.
Ecco, è salita, e
girata di spalle saluta la mamma che rimane per strada, mentre
intorno a lei un gruppo di animali occupa dignitosamente i posti a
sedere: una nonna gatta con la cuffietta sferruzza quella che sembra
una sciarpa (rossa), due conigliette in divisa scolastica si
apprestano ad andare a scuola, un minuscolo topino è seduto dietro
un grosso orso con stivali azzurri e una tartaruga con la sporta per
la spesa. La bimba è lì accanto, saluta con la mano la mamma, e
alla sua destra un bradipo sonnecchia.
Ora le conigliette sono
pronte per scendere, e la protagonista ha preso posto accanto a nonna
gatta. Ci dice: “E' la prima volta che prendo l'autobus da sola”
e prosegue, nella pagina accanto: “La mamma mi ha dato un
cesto con la merenda. E una mantella, in caso avessi freddo.” Il
cesto per la merenda è per la bimba, non per la nonna, e la mantella
è dentro il cesto (non può certo essere il golfino, vero?).
Peraltro, la bimba se
l'è già tolto, e afferma, con la sicurezza dei bambini: “Ma io
non avrò freddo, ne sono sicura.” Intanto le conigliette
scendono, nonna gatta continua a sferruzzare e sull'autobus sono
saliti mamma talpa con i suoi tre piccoli...
una signora piccione
col cappellino e una capra che dona un fiore alla bambina. I tre
piccoli talpini scorrazzano ovunque sul bus, ma per fortuna nonna
gatta si prepara a scendere.
MI fermo qui: non ho nessuna intenzione di rovinarvi il divertimento e la sorpresa. Ma aprite questo libri davanti agli occhi di un piccoletto (non importa se conosca o no Cappuccetto Rosso) e vi assicuro che farete fatica a richiuderlo,
Io non ho più bimbi piccini a cui mostrare questo libro, e non sono sicura che ci sarà modo ed occasione per mostrarlo ai miei alunni: ma è sicuramente un libro adatto ad inaugurare i miei libri P.I.P.Pi. (Per I Più Piccoli), una rubrica che troverà spazio ogni lunedì su questo Apedario ormai un po' cresciuto.
In fondo, mancano solo tre anni per una nuova prima elementare...
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