giovedì 15 maggio 2014

Centoquindici quaglie e un giudice equo

















Centoquindici quaglie

Centoquindici quaglie
e milleqattro squali,
non sono cose uguali.
Quarantasette querce
e cinquanta quadretti,
insieme non li metti.
Quarantaquattro squilli
e quindici squadroni,
non fare paragoni.
Tra quattrocento ruote
e quindici questioni,
non fare confusioni.
Duecentoquattro questi
e trentacinque quelli,
non sono mai fratelli.


Qui un giudice equo

Qui un giudice equo,
lì un giudice iniquo.
Qua un equilibrio,
là uno squilibrio.
Qui un limpido quieto,
lì un liquido inquieto.
Qua un suono tranquillo,
là un suono di squillo.
Qui un uovo di quaglia,
lì un uovo si squaglia.
Qua un soliloquio,
là uno in deliquio.

Roberto Piumini, Ridi ridì, Fabbri Editori

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