Un albo perfetto per la mia voglia d’azzurro
Come? Cosa?
di
Fabian Negrin, orecchio acerbo
Un azzurro che inizia dalla
copertina, con toni variamente sfumati sia sullo sfondo che nei particolari
degli abiti del protagonista (la camicia, i calzini a righe) e che continua anche
nelle risguardie iniziali, completamente, assolutamente, totalmente azzurre.
E poi, sulla pagina bianca
successiva, un soffione sul punto di disfarsi.
Perché il vento c’è, e già lo
si vedeva in copertina, in quei lembi di camicia sollevati, nella figura curva
nello sforzo di camminargli contro, e nel cappello che vola via.
E la storia può incominciare.
-Ehi, che cosa vuoi mangiare stasera?
-Purè di patate!
Il vento soffia.
-Come? Cosa? Due grandi frittate?
Eccolo qui, il segreto del
libro. Come nel più classico dei “telefoni senza fili”, un gioco che chiunque
abbia più di quarant’anni ha sicuramente fatto nell’infanzia, il messaggio
iniziale viene via via frainteso e modificato, in un crescendo di perdita di
senso logico e di comicità (in)volontaria.
-Stasera tuo padre vuole due grandi frittate!
Il vento sbuffa.
-Come? Cosa? Delle palme impanate?
Ed ecco che l’oggetto del
discorso diventa sempre più lontano da quello iniziale, come in un gioco fatto
molte volte nelle notti di febbre alta di mio figlio grande: fingevamo di
chiamare il nonno, e che il poveretto, svegliato nel cuore della notte, capisse
ogni volta una frase diversa da quello che noi dicevamo. L’inizio era sempre lo
stesso, ed ogni frase ripetuta dal nonno doveva essere in rima con quella
appena pronunciata da noi.
Un libro che, fin dalle
prime pagine, scatenerà l’ilarità dei bambini, che poi saranno sicuramente
affascinati e trascinati, come fa il vento impetuoso nella storia, dalle
avventurose immagini di Fabian Negrin (ho molto pensato al suo Chiamatemi
Sandokan, sfogliando questo nuovo albo).
E scommetto che a molti
verrà voglia di continuare, o di inventare un nuovo Come? Cosa?
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