Dentro
la lingua
un
fagotto di sillabe
si
srotola in canto.
È tempo
di cadere
dentro
covoni di parole
e
farne pane per tutti.
Dietro
le palpebre
c’è
vastità
di
altissime cime.
E
sopra le cime
ancora
un salire
senza
chiodi né arpioni
senza
neanche un’ala
o
una fune.
E
tutte le porto con me
in
offerta alle antenne
vertiginose
batto
lentamente
la
pallina del cuore
assecondo
questo freno potente
cancello
le bandiere
innesto
la mia vita
alle
sponde di quel gran mare –
che
è il cielo.
Nella
mia testa non c’è altro che mare
altro
che mare incantatore – altro nient’altro
che
mare e sole in un crescendo silente
e
dormiente.
Parla
un mistero. Tace un mistero
e
solo il corpo entra nel fiore
nel
fiore d’acqua.
Mariangela Gualtieri, Le giovani parole, Einaudi
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