Delle riflessioni dei ragazzi sulla felicità, e su cosa sia necessario per essere felici, due frasi
fare quello che
più ami
fare cose che
ti piacciono di più
mi hanno fatto pensare che
questo libro
Chiedimi cosa mi piace
di
Bernard Waber e Suzy Lee, Terre di mezzo
fosse quello giusto per
continuare a pensare, a discutere, a confrontarci, e soprattutto a produrre
testi liberi, personali, felici.
Qui la versione di Scaffale Basso
Qui la versione delle Briciole
La piccola protagonista
incalza il papà (ma potrebbe essere qualunque altra persona in un legame stretto
e significativo con lei):
Chiedimi
cosa mi piace.
Cosa ti
piace?
Mi
piacciono i cani.
Mi
piacciono i gatti.
Mi
piacciono le tartarughe.
E il papà non si fa certo
pregare.
Mi
piacciono le anatre.
Le
anatre in cielo? O le anatre in acqua?
Mi
piacciono le anatre in cielo.
No,
nell’acqua. Mi piacciono tutte e due.
Forse qui molti di noi si
fermerebbero. Controllerebbero il cellulare. Approfitterebbero della pausa per
pensare ai piccoli grandi problemi della vita quotidiana.
Questo papà no.
Non aspetta che sia la
bambina a riprendere le fila di un dialogo che è gioco, ma soprattutto conoscenza
e amore.
È lui per primo a
desiderare che il dialogo continui:
Che
altro ti piace?
La bambina risponde. Il
papà ascolta; non suggerisce, ma chiede, con pochissime parole, alla bambina di
continuare a parlare, a raccontare di sé.
Quando ormai il meccanismo
del libro è consolidato, e compreso, mi accorgo che spontaneamente, in entrambe
le classi, alle domande della protagonista
Chiedimi
se mi piacciono i coni gelato.
altre voci accompagnano la mia
Ti
piacciono i coni gelato?
È un segnale forte,
questo: di empatia, con il libro e il lettore. Di fiducia, in se stessi e nei
compagni (hanno ormai quasi dieci anni, potrebbero temere di essere presi in
giro. E invece no)
E quando la lettura
termina, chiedo loro di scrivere, in assoluta libertà, i loro
Mi
piace…
Amo,
amo, amo…
Adoro…
Lo fanno anche la
ragazzina arrivata da poco dallo Sri Lanka
e quella pakistana, che ancora una volta esprime il desiderio di diventare maestra
Credo che questa sia una delle
strade percorribili verso un’inclusione concreta, alla portata di tutti.
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