Posto quest’oggi un grande regalo da parte di Sandra Minciotti, con cui, insieme ad altri quattordici colleghi, ormai diventati
amici, ho avuto la fortuna di condividere i giorni del Masetto.
I primi giorni con la sua
nuova prima sono stati caratterizzati da attività intense e dense di occasioni
di scrittura spontanea per i suoi piccoli alunni.
Ho pensato che ho ancora molto da imparare, e che mancano pochi mesi, ormai.
Ecco il suo primo racconto:
Come
lettura di accoglienza ho scelto, molto stranamente, per una brillante
illuminazione giunta non si sa da dove, “La famiglia Topini va a scuola”.
I
giorni seguenti i bambini hanno illustrato la storia disegnando la parte che li
aveva colpiti di più e in questo modo siamo riusciti a ricostruire tutte le
sequenze del testo: la conferma che albi come questo riescono a rispecchiare
tutte le varietà di stati d’animo che si presentano nel variegato microcosmo
formato da un gruppo di bambini, ognuno con la propria storia ed il proprio
vissuto.
L’attività
successiva è stata quella di raccogliere oralmente le parole significative che
erano rimaste più impresse. Ho disegnato su un foglio appeso alla lavagna gli
elementi nominati dai bambini, senza scrivere le parole. Molti hanno detto
“grotta” anziché “galleria”. Abbiamo cercato di capire la differenza e una
bambina ha dato questa spiegazione : non può essere una grotta, perché nella
grotta ci sono gli orsi , non i serpenti. Non fa una grinza.
In
seguito ho distribuito un foglio suddiviso in cinque righe e due colonne, nella
prima dovevano disegnare l’oggetto e nella seconda scrivere il nome “come sei
capace”. I bambini più insicuri hanno avuto bisogno di molte rassicurazioni,
“ma io non so scrivere, maestra!”. In questo modo ho potuto capire in quale
fase di concettualizzazione della lingua scritta si trovano.
La fase successiva è stata
quella di chiedere ai bambini se i topini erano contenti di andare a scuola e
perché; poi ho chiesto come si sentivano loro prima di iniziare la scuola : felicE,
contentO, contentA,
(
abbiamo capito la differenza), emozionato, triste, impaurita, curioso. Hanno
scritto anche questi termini come erano
capaci, dopo essersi disegnati.
A
questo punto ho scritto ogni parola su una striscia di carta e abbiamo finalmente lavorato nel quaderno:
IL
PRIMO GIORNO DI SCUOLA IO MI SENTIVO …
e
ogni bambino ha ricopiato dal proprio foglietto.
Il
giorno seguente siamo andati nel salone con il quaderno, i bambini si sono
disposti in cerchio e al centro ho sparpagliato le strisce di carta con gli
aggettivi. E’ iniziata così la CACCIA ALLA PAROLA, ognuno doveva trovare la
propria osservando anche la lettera finale. E’ stato interessante vedere come
ognuno abbia messo in atto una propria strategia, qualcuno ha utilizzato il
quaderno, qualcun altro non ne ha avuto bisogno, si sono confrontati sul
maschile e femminile, dita piccoline che
seguivano il succedersi delle lettere!
Affascinante assistere alla scoperta della
lettura, ero così coinvolta che ho dimenticato di fare le foto.
Infine
abbiamo realizzato il cartellone incollando le parole.
Un’altra
occasione di scrittura spontanea è stata la realizzazione della prima pagina
del quaderno.
Dopo
i canonici nome e cognome, anziché far scrivere “ITALIANO” ho preferito “IO
SCRIVO” e ho chiesto ai bambini di disegnare le cose che avrebbero voluto raccontare con le parole che avrebbero imparato e di
scriverne il nome. Oltre a cuori, cagnolini vestiti da sposa, mostri, taCHIri (
tapiri che fanno uso di paracetamolo?), ci sono anche uno scorpione (il mio
preferito) e anguille che sono piene di ETTICITA’ (elettricità dotata di senso
morale?). Storie di bambini.
(testo e immagini di Sandra
Minciotti)
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