Da sempre mi piace che la
grammatica sia materia viva, e vitale: per questo motivo non riesco a pensarla
come un ambito strettamente definito, e predeterminato, un’ora o più la
settimana in cui sviscerarne regole e categorizzazioni.
Sono invece convinta che si
faccia grammatica ogni volta che si riflette su una parola, il suo suono, il
suo significato, la sua etimologia, passando per ogni pensiero, bambino o
adulto, che porti a una ricerca di senso sul linguaggio e il suo utilizzo.
Non a caso, cerco il più
possibile di fare in modo che la grammatica, intesa come ortografia,
morfologia, sintassi e lessico, sia contestuale alle attività svolte in classe;
per questo motivo, preferisco che i bambini, soprattutto nelle prime tre
classi, abbiano un solo quaderno da utilizzare sia per la produzione scritta che
per la riflessione linguistica. In questo modo l’attività acquista una maggior
organicità, e la grammatica è sempre strettamente collegata ai temi e agli
argomenti affrontati in classe anno per anno.
Scrive Francesco Sabatini,
linguista e presidente onorario dell’Accademia della Crusca, in un libro che mi ha tenuto compagnia la scorsa estate: “[…] il tema basilare della grammatica: come
il nostro cervello costruisce la frase, senza la quale non ci formeremmo una
conoscenza del mondo e non faremmo ragionamenti.”
SABATINI F., Lezione di italiano, Mondadori 2016
È
questa la definizione di
grammatica che faccio mia: una grammatica per la vita, per
costruire il pensiero, per dargli parola e voce, per conoscere il mondo, gli altri e noi stessi.
Una base forte per continuare a lavorare in classe con i ragazzi; e proprio su questa base, contestualmente alla
riflessione sul pensiero, e sul lavoro dell’insegnante, che dovrebbe stimolare
in ogni alunno questa competenza fondamentale, ogni ragazzo ha riflettuto,
prima da solo, poi collettivamente, sulle qualità che dovrebbero caratterizzare
insegnanti e alunni e sulle azioni che essi compiono all’interno della scuola.
È stato davvero interessante
seguire la lettura di ogni ragazzo, chiedere spiegazioni, confrontarsi,
verificare quali aggettivi qualificativi e quali verbi siano stati aggiunti dopo la
lettura da parte dei compagni e quali invece non siano stati condivisi.
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