È fin troppo facile, direi
semplicistico, ridurre la presenza dei bambini figli di etnie e culture altre
alle innegabili difficoltà che si incontrano nel cammino dell’integrazione: non
è mai facile aprirsi al nuovo, al diverso, allo sconosciuto, tanto più quanto
ci è stato insegnato di fidarci solo di ciò che conosciamo. Ed è altrettanto banale,
naturalmente, affermare la ricchezza che questa diversità porta in sé e con sé:
ma anche ciò che è banale, a volte, può servire ad aprire nuove strade da
percorrere insieme.
Nel mio girovagare sul web
ho scoperto un sito che mi ha permesso di affrontare con i bambini la
complessità dei codici della comunicazione: http://www.applidea.it/educazioneinterculturale/htm/alfabeti.htm
Nelle nostre classi sono
presenti bambini le cui famiglie provengono da Marocco, Sri Lanka, Pakistan, Equador, Ghana, Grecia, Giappone. È stato naturale chiedere
loro di scrivere per noi alcune lettere/segni della propria lingua:
Naturalmente non sono
sicura che siano stati scritti esattamente: quel che so con certezza è che è
stato un piacere per tutti provare a copiare questi nuovi segni, che in questo modo sono
diventati ricchi di significato.
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