A volte, l’ho già scritto,
nel lavoro come nella vita bisogna osare. E allora, via le “figure” dai libri: per una volta
provo a leggere ai bambini una fiaba, neppure tanto breve, tratta da Fiabe
italiane, di Italo Calvino. È una storia che arriva dalla Sicilia (Io ho uno zio in Sicilia… Ci sono stato in
vacanza… C’è il mare… ) e che parla di compari, locande e Madamigelle.
Eppure, dopo lo
spaesamento iniziale, è davvero bellissimo osservare i visi incantati e muti
dei bambini mentre ascoltano una storia antica...
P.s. Non guasta alla
sceneggiatura avere a portata di mano un baccello da cui estrarre una fava, da
tenere, per tutto il tempo della storia, nell’incavo della mano…
Padron di ceci e fave
C'era
una volta a Palermo un certo Don Giovanni Misiranti, che a
mezzogiorno si sognava il pranzo e alla sera la cena, e di notte se
li sognava tutti e due. Un giorno, con la fame che gli allungava le
budella, uscì fuori porta.
-O
Sorte mia!- diceva fra sé, -così m'hai abbandonato!-
Camminando,
vide per terra una fava. Si chinò a raccoglierla. Si sedette su un paracarro e
cominciò a ragionare guardando la fava. –Che bella fava! Ora la pianto in un
vaso, e verrà su una pianta di fave, con tanti bei baccelli. I baccelli li farò
seccare; poi pianterò le fave in un catino e ne avrò tanti baccelli…Di qui a
tre anni, prendo in affitto un orto, pianto le fave e vedrete quante ne
verranno. Al quarto anno affitto un magazzino e divento un grande negoziante…”
CALVINO I., Fiabe italiane, Mondadori
In ogni caso, nell’immaginario
infantile, castelli e carrozze appaiono quasi imbattibili...
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