Questa mattina,
spulciando tra gli scaffali della nostra biblioteca scolastica, tra vecchie
guide spesse una decina di centimetri e quaderni operativi densi di future
fotocopie, d'improvviso mi è apparso tra le mani un vecchio libro di lettura
(1979) che mi ha fatto sbarrare gli occhi:
Ci
pensate? Gli alunni di prima elementare, 35 anni fa, potevano trovare sui
propri banchi un libro così
Ho ripensato ai
libri usati in questi anni, quelli scelti da me e quelli avuti in eredità, ho
sospirato e mi sono chiesta: perché i bambini del 2014 non possono avere la
stessa opportunità, perché devono (dobbiamo) accontentarci di immagini
stereotipate, uscite da un'unica penna (matita, computer...) e di testi spesso
banali, che paiono letteralmente appiccicati alla pagina per giustificare
un'aderenza al tema (stagioni, animali, famiglia, amici...) e con l'immancabile
esercizietto a fondo pagina, a rassicurare genitori e insegnanti sulla evidente
valenza didattica ?
Se vogliamo
davvero che i bambini, tutti i bambini, abbiano il diritto di riempirsi occhi e
mente di immagini e testi d'autore, io credo che ci sia un solo modo:
naturalmente non ho la più pallida idea di come funzioni la cessione dei
diritti, ma bisogna che le case editrici, non le scolastiche, ma quelle che
pubblicano gli albi illustrati che uso quotidianamente con i miei bambini
(Topipittori, Babalibri, Lapis, La Margherita, Orecchio Acerbo, Zoolibri e
tante altre), mettano a disposizione testi e immagini di quanto pubblicato in
questi anni, perché si possa finalmente realizzare un libro di lettura da poter
utilizzare e proporre senza imbarazzo, ma con la consapevolezza che si stia
offrendo ai bambini (e ai loro maestri) quanto di meglio possibile.
So bene che probabilmente
non sarà un investimento economicamente vantaggioso: scuola e guadagno sono (e
credo debbano essere) da sempre in antitesi. Ma chiunque abbia a cuore la
crescita, umana e culturale, dei piccoli, sa che essa non può che passare
attraverso iniziative coraggiose e folli.
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