Penso da tempo che la
poesia non possa essere considerata semplicemente un aspetto, talvolta
marginale, o un progetto a sé stante dell’insegnamento della lingua italiana.
Insieme ai testi degli
albi illustrati, a fiabe classiche o della tradizione, a capitoli di libri più
lunghi, ai bambini leggo poesia. E i bambini mostrano di amarla, di
comprenderla, di coglierne il tono, il ritmo, la voce, come in un’aria
musicale, che dopo l’ascolto ti accompagna a lungo.
Mi piace la poesia; e mi
piace che piaccia ai bambini, e mi diverto a scegliere autori, testi, libri
sempre nuovi e diversi, perché le voci si sovrappongano, facciano una il
controcanto dell’altra, raccontino, ognuna a modo proprio, realtà diverse o
molto simili.
Così, dopo aver letto loro
la Filastrocca della verdura tratta da Le filastrocche della Melevisione
abbiamo prima trovato le
rime, cerchiandole con colori diversi
Poi ci siamo divertiti a
trovare le rime degli ortaggi che stiamo incontrando in questo nostro percorso
in mezzo al cibo.
Ci è pure scappato un
compito, certo non dei più noiosi…
Infine abbiamo scritto due
filastrocche che (sarò forse di parte?) a me paiono splendide…
Nessun commento:
Posta un commento