Quando si è trattato di
immaginare a quale tema legare contenuti, tempi e spazi delle nostre due classi durante lo
spettacolo natalizio, ho pensato che sarebbe stato bello costruire il nostro lavoro intorno a
due nodi: regali e libri.
Per una classe, centrale è
stata la produzione della poesia, prima individuale poi collettiva, Considero regalo; per l’altra, ho subito pensato alle
20
buone ragioni per regalare un libro a un bambino
di Giovanna Zoboli e
Giulia Sagramola, Topipittori.
Quelle che vedrete di
seguito sono immagini frutto di un lavoro estremamente complesso, lungo e
impegnativo; e mi fa tanto più piacere documentarlo e condividerlo, quanto più temo ci siano ancora molti adulti che quantificano il lavoro svolto in classe misurandolo in numero di
pagine scritte sul quaderno.
13 buone ragioni
per regalare un libro a un bambino
Nei giorni scorsi,
naturalmente, i miei ragazzi sul quaderno non hanno scritto nulla
MA…
hanno pensato, scritto e riscritto, provandole poi più volte, tutte le parti del copione che precede le buone ragioni;
a coppie, hanno pensato,
scritto e riscritto almeno una buona ragione per regalare un libro a un
bambino, naturalmente senza aver letto le originali;
insieme, hanno letto e
ascoltato le buone ragioni di tutti, trovando le forme espressive più adatte, sostituendo
le frasi simili, inventandone di nuove;
hanno provato varie bozze delle
rappresentazioni grafiche e tipografiche, con particolare attenzione all’uso
dello spazio, prima sui fogli A4, poi su cartoncini bianchi 50x35;
hanno scelto la bozza
definitiva, sulla cui base realizzare, sempre a coppie, l’originale, avendo l’ulteriore
vincolo di utilizzare solo due colori.
Intanto, nel corso della
realizzazione di un perfetto, vero compito autentico, la maestra ha potuto
osservare i diversi stili di apprendimento, di relazione, di cooperazione, di
organizzazione del lavoro, di utilizzo del tempo a disposizione, di capacità di
creare un messaggio efficace e di trasmetterlo agli altri nel modo più chiaro
possibile.
Ci sono state le
perfezioniste, che, ancor prima di iniziare con le bozze,
hanno testato l’efficacia e
la resa dei caratteri scelti su un quadernetto
i
finalizzatori
(una
sola bozza, identica alla realizzazione conclusiva,
senza neppure una cancellatura)
senza neppure una cancellatura)
gli
sperimentatori,
che
hanno avuto bisogno di più tentativi, per arrivare al prodotto finito
gli ironici, chissà quanto involontari
(a me quelle parole che si schiantano contro i gradini
fanno impazzire...
e che dire della lettura dal basso verso l'alto?)
E se di tutto ciò sul
quaderno non resterà traccia, poco importa…
Nessun commento:
Posta un commento