venerdì 16 dicembre 2016

13 buone ragioni per regalare un libro a un bambino, ovvero Un perfetto compito autentico



Quando si è trattato di immaginare a quale tema legare contenuti, tempi e spazi delle nostre due classi durante lo spettacolo natalizio, ho pensato che sarebbe stato bello costruire il nostro lavoro intorno a due nodi: regali e libri.

Per una classe, centrale è stata la produzione della poesia, prima individuale poi collettiva, Considero regalo; per l’altra, ho subito pensato alle 

20 buone ragioni per regalare un libro a un bambino




di Giovanna Zoboli e Giulia Sagramola, Topipittori.




Quelle che vedrete di seguito sono immagini frutto di un lavoro estremamente complesso, lungo e impegnativo; e mi fa tanto più piacere documentarlo e condividerlo, quanto più temo ci siano ancora molti adulti che quantificano il lavoro svolto in classe misurandolo in numero di pagine scritte sul quaderno.


13 buone ragioni per regalare un libro a un bambino



 
















Nei giorni scorsi, naturalmente, i miei ragazzi sul quaderno non hanno scritto nulla

MA…

hanno pensato, scritto e riscritto, provandole poi più volte, tutte le parti del copione che precede le buone ragioni;

a coppie, hanno pensato, scritto e riscritto almeno una buona ragione per regalare un libro a un bambino, naturalmente senza aver letto le originali;

insieme, hanno letto e ascoltato le buone ragioni di tutti, trovando le forme espressive più adatte, sostituendo le frasi simili, inventandone di nuove;

hanno provato varie bozze delle rappresentazioni grafiche e tipografiche, con particolare attenzione all’uso dello spazio, prima sui fogli A4, poi su cartoncini bianchi 50x35;

hanno scelto la bozza definitiva, sulla cui base realizzare, sempre a coppie, l’originale, avendo l’ulteriore vincolo di utilizzare solo due colori.




Intanto, nel corso della realizzazione di un perfetto, vero compito autentico, la maestra ha potuto osservare i diversi stili di apprendimento, di relazione, di cooperazione, di organizzazione del lavoro, di utilizzo del tempo a disposizione, di capacità di creare un messaggio efficace e di trasmetterlo agli altri nel modo più chiaro possibile.


Ci sono state le perfezioniste, che, ancor prima di iniziare con le bozze, 
hanno testato l’efficacia e la resa dei caratteri scelti su un quadernetto








i finalizzatori
(una sola bozza, identica alla realizzazione conclusiva, 
senza neppure una cancellatura)


 







gli sperimentatori,
che hanno avuto bisogno di più tentativi, per arrivare al prodotto finito



 





gli ironici, chissà quanto involontari
(a me quelle parole che si schiantano contro i gradini
fanno impazzire...
e che dire della lettura dal basso verso l'alto?)





E se di tutto ciò sul quaderno non resterà traccia, poco importa…

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