Guardo i quaderni chiusi
i libri con gli esercizi
un po’ noiosi.
Restano lì, un poco minacciosi
come nuvole nel cielo
mentre mi diverto a nuotare
a far di tutto per dimenticare
che oltre le corse, i calci,
il mare, le risate, c’è il dovere.
Studiare è come aprire
una finestra.
Scegliere di non mangiare
sempre la stessa minestra.
Però, dice una voce:
le corse, l’aria, il mare…
Ma l’altra:
la fatica di imparare è meno
del gusto di imparare.
Fare i compiti è noioso
ma meno di quanto è gustoso
scoprire cose nuove.
Diviene più da ragazzo il viso,
o più da ragazza il profilo,
si muove in alto il mio corpo, dolce frassino,
sarà giovane, aperto, gli anni passano
quasi d’improvviso,
e via via,
muta la fisionomia.
Ma se non nutro
La conoscenza resta piccolo
il mio sguardo. Cresceranno
le mie orecchie, le mie dita
se studierò non ci sarà ritardo,
e crescerà anche la vita.
Davide Rondoni, Le parole accese Poesie per bambini e
non, Rizzoli
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