S. è la ragazzina pakistana
che qualche settimana fa ha scritto in un testo di voler diventare maestra.
Ieri S. è stata la mia maestra.
In classe è arrivata da una manciata di ore una nuova
compagna dallo Sri Lanka: sguardo dolcissimo, sorriso aperto, non conosce neppure una parola di
italiano.
Venerdì ho chiesto a S.: “Devi
aiutarmi. Cosa ti ha fatto più piacere, cosa ti è sembrato più bello, quando
sei arrivata in classe con noi?”
Non mi ha risposto subito.
Mi ha guardato sorridendo.
Le ho detto: “Pensaci. Me lo
dici lunedì”
Ieri S. è entrata pochi
minuti dopo A., la nuova compagna. Ci siamo salutate, le ho dato il tempo di
sedersi, poi le ho chiesto: “Ci hai pensato?”
Non ho avuto bisogno di
specificare a cosa. Lo sapeva benissimo.
Mi ha risposto: “Quando
avete fatto i disegni e avete scritto i nomi”
Anch’io ho sorriso. Avremmo
rifatto per A. quello che avevamo fatto due anni fa per S.
L’accoglienza, l’integrazione, per noi cominciano ancora da qui:
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