Le scuole per le vecchie
maestre si chiamavano “magistrali”, e una delle materie più temute era, allora
come oggi, il latino. Io ero fortunata: venivo da una scuola media in cui il
professore di lettere ci aveva tartassato per anni su grammatica e analisi
logica (ora si chiamano morfologia e sintassi), e il latino fu, fin dall’inizio,
più un piacere che un dovere.
Naturalmente, non conosco
invece il greco, che solo gli studenti del liceo classico si trovavano
costretti ad affrontare: e mi accorgo, nella mia passione per l’etimologia
delle parole, di quanto pesi questa mancanza.
Oggi però ho tra le mani il bel volume
Storie di parole
di
Giuseppe Pittàno e Rosanna Bonafede, Gallucci, illustrato da Alessandro Sanna
che permetterà a me e ai
miei alunni di conoscere l’origine e la storia di alcune tra le parole più
significative della nostra lingua, quelle che “ …hanno dentro immagini, storie, sapori e umori, […] parole preziose con
radici che affondano nel passato e altre appena nate, alcune che provengono da
lontano e altre coniate in territori a noi vicini. Parole antichissime, anche
se non sembra, che il tempo non ha corroso ma, al contrario, ha restaurato e
reso ancora vitali. Parole che hanno viaggiato nello spazio e nel tempo e che
oggi si offrono come materiali capaci di fornire preziose competenze
linguistiche.” (Rosanna Bonafede, Premessa)
Ad esempio, a pag. 17:
àlba: è la prima luce del giorno, quella
che stempera le tenebre e precede l’aurora; deriva dal latino lucem albam (luce bianca). Dallo stesso
aggettivo latino albus sono nate
molte altre parole della nostra lingua che hanno questa comune matrice nel
colore bianco: “albume”, che è la parte chiara dell’uovo; “albino”, un
individuo di carnagione chiarissima con gli occhi chiari e i capelli bianchi; “albana”,
una varietà di uva bianca con la quale in Romagna si produce un buon vino da
pasto; “domenica in albis (depositis)”,
che è la prima domenica dopo la Pasqua, giornata in cui secondo la liturgia
dell’antico cristianesimo, i neofiti deponevano la veste bianca che avevano
indossato nella cerimonia precedente, dopo il battesimo.
Dal sito della casa editrice Gallucci http://www.galluccieditore.com/624.htm
Le
parole hanno storie avventurose e affascinanti, a volte del tutto inaspettate:
conoscerle aiuta a capire meglio la nostra lingua e a usarla con più
consapevolezza. Nato in collaborazione con Giuseppe Pittàno – che per tutta la
vita si è divertito a costruire vocabolari senza timore di sporcarsi le mani
anche con i dialetti, le lingue straniere, gli errori grammaticali – questo
innovativo dizionario etimologico si rivolge ai ragazzi dagli 8 anni in su. Non
è infatti un libro da grandi ridotto per i più piccoli, ma un viaggio tra le
parole in compagnia del grande linguista e della sua storica collaboratrice
Rosanna Bonafede, alla ricerca delle storie che le hanno originate. “Il
vocabolario” diceva Pittàno “è un grande romanzo d’appendice da leggere in
mille puntate”.
Con
336 lemmi e oltre 140 disegni!
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