Mi piace la grammatica: mi
è sempre piaciuta, fin da ragazza, e mi piace tanto più ora che ne insegno le
basi ai miei bambini.
Mi piace trovare il modo
per renderla divertente, piacevole e strettamente collegata al vissuto dei
bambini e alle attività che di volta in volta vengono realizzate in classe; per
questo, soprattutto nei primi anni di scuola, non utilizzo un quaderno a parte
per la riflessione linguistica, ma la inserisco, soprattutto oralmente, in ogni
occasione e contesto.
Qualche giorno fa, al
termine del nostro primo incontro con gli articoli, un bambino mi ha chiesto: “Ma
è un articolo come quello del giornale?” e io mi sono fermata a spiegare che
no, perché la parola articolo è un omonimo, come coda. E non importa se nessuno
di loro si ricorderà questa parola. Magari, la prossima volta che la
pronuncerò, qualcuno salterà su ed esclamerà: “Questa parola ce l’hai già detta
un’altra volta.” E a furia di parlare di omonimi, e sinonimi, e qualità, e
azioni, la grammatica si crea da sola, si sostanzia, e diventa un modo per dare
forma e ordine a ciò che pensiamo, diciamo, scriviamo.
E allora, per cominciare, La mela e il melo…(e che divertimento quando, mentre scrivo alla lavagna le parole "articolo determinativo", un bambino mi anticipa e suggerisce "detergente")
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