martedì 4 novembre 2014

Nuovi arrivi...



Capita a molti, moltissimi insegnanti, in un numero imprecisato, ma sicuramente altissimo, di classi; l’anno scolastico incomincia e a un certo punto…sorpresa!...arriva un nuovo alunno, un nuovo compagno. Talvolta si tratta di un trasferimento da una scuola all’altra; spesso, molto più spesso, i nuovi bambini arrivano da lontano, da molto lontano. 

Non parlano una sola parola della lingua del paese in cui sono approdati, ti guardano con occhi profondi e spesso smarriti. Sembrano chiedersi: “Che ci faccio qui?” e, forse, te lo chiedono senza dire una parola. Gli insegnanti sono altrettanto smarriti dei bambini: guardano e si guardano, si interrogano e si confrontano, cercano sui libri e, molto più spesso, si inventano qualcosa perché il nuovo arrivato non si senta troppo straniero (perché, inutile negarlo, come si fa a non sentirsi stranieri in una classe dove l’unico che non parla e non capisce sei tu, dove i tuoi compagni si vestono in modo diverso da te, dove neppure la maestra, che è grande, riesce a capire ciò che tu non sai spiegare?).

E allora, per accogliere una nuova compagna, presto amica, arrivata da lontano, il modo più semplice ci è sembrato questo:









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