sabato 13 ottobre 2018

Come Ina, scriviamo



Credo davvero nella necessità che i bambini e le bambine siano protagonisti attivi del proprio apprendimento.
In questi mesi ho molto riflettuto sulle attività di scrittura spontanea proposte dalla mia amica Sandra ai suoi alunni. I suoi post sono diventati stimolo ad un pensiero nuovo, dove le competenze pregresse di ognuno fossero messe al centro dei rispettivi percorsi di apprendimento.
Così, dopo essere diventati lettori, tutti si sono trasformati in scrittori: non solo attraverso la capacità di ricopiare dalla lavagna, ma producendo scrittura in modo autonomo.
“Scrivi come sei capace” è diventato, anche per chi teme di non esserlo, la possibilità di provare, di mettersi in gioco; per l’insegnante, la dimostrazione che esistono, all’interno della stessa classe, livelli diversi di concettualizzazione della lingua scritta, e che è necessario conoscerli tutti per poter costruire percorsi che di tutti tengano conto, perché tutti vengano valorizzati.
Accanto a lunghe sequenze di lettere

possiamo trovare le prime parole – spesso il proprio nome, quello dei compagni, mamma e papà, ma anche i nonni e gli animali










Mi ha fatto molto sorridere incontrare i nani da giardino e Radio Due 

e scoprire che il pensiero bambino già opera importanti similitudini: al posto dei suoni duri di C e G, l’uso dell’H

al posto dei suoni dolci di G, la J.


La formica Ina, protagonista del libro  Ina la formica dell’alfabeto, di Matteo Terzaghi – Marco Zürcher, AER, ci ha accompagnato in questa prima tappa del nostro viaggio.




Ed è stato bello ripetere a gran voce la poesia che conclude il suo albo: poesia che ci ha permesso di operare i primi confronti tra le rime, in un gioco fonologico importante, che ripeteremo spesso, e che è diventata compito a casa, da condividere con un grande.


Che – questo mi sembra importante – non è sempre la mamma, e magari neppure il papà. Con un grande che può essere ogni persona maggiore che il bambino ha vicino a sé.
Il cammino contro gli stereotipi è quotidiano come il pane.

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