Passare dall’ultima vocale, la U, a ululare, e a raccontar di lupi, è
stato facilissimo; complice un albo di grande formato dal titolo Cattivi
come noi, di Clotilde Perrin, Franco Cosimo Panini editore, acquistato
tempo fa, quando le mie ragazze e i miei ragazzi erano ormai troppo grandi per
apprezzarlo (o forse no?).
In ogni caso, il libro mi aspettava quieto quieto nel suo
scaffale, pronto, con le sue sole tre triple pagine (Ha solo tre pagine! ha esclamato infatti una voce) a catturare bambine
e bambini, prima con le ricche sagome apribili di lupo, orco e strega, poi attraverso la
lettura dei loro punti di forza e di debolezza, dei cibi preferiti, dei nemici giurati, delle bibliografie in cui è possibile trovarli, infine con la lettura di tre fiabe,
ascoltate in un silenzio ricco e denso, con occhi sgranati e fiati sospesi.
E che bello per me leggere ancora una volta ad alta voce Il lupo e i sette
capretti, Jack e il fagiolo magico e Aliochka e la Baba Jaga, fiabe che molti non
avevano mai sentito, e che hanno ascoltato così attentamente da riprodurne fedelmente
i particolari:
(Qui c’è il lavandino
distrutto, e lì la coperta a pezzi, mi ha spiegato un bambino,
raccontandomi il suo disegno. Ho dovuto rileggere la storia nell’altra classe,
per accorgermi che il lupo, nella sua furiosa ricerca dei capretti, distrugge
il lavandino e fa a pezzi la coperta. Lui, che aveva ascoltato molto
attentamente, lo sapeva ben prima di me: non vale forse come prova di comprensione,
questa, ben più di altrettanti test a crocette?).
Così mi chiedo, ancora una volta: quanto raccontano i disegni, prima e più ancora delle frasi
scritte “come sei capace”?
Capretti superstiti accompagnati dal numero 1
piante di
fagioli talmente magiche, e invasive, da uscire dal margine della pagina e
salire davvero fino al cielo,
orchi dall’aria piratesca
streghe brutte e
cattive
A proposito di fiabe, ho scritto nel saggio A scuola con gli albi:
"Ho l’impressione che da anni
la fiaba sia vittima, anche a livello scolastico, di una pericolosa
contraddizione: da un lato, in quanto identificata come genere destinato ai più
piccoli, e sulla base di ragioni di mercato, è oggetto di ogni tipo di semplificazione
e banalizzazione; dall’altro, è considerata sovversiva, se non addirittura
pericolosa, a causa del proprio profondo valore simbolico. […]
La didattica dell’italiano
alla scuola primaria riserva alla fiaba un ruolo privilegiato, in particolare
in terza; da noi, invece, come ho già scritto in precedenza i rapporti fra bambini e fiaba non sono mai stati episodici o limitati a un
tempo definito, ma, al contrario, sono una costante. In poche parole, abbiamo
letto fiabe ogni volta che un argomento ce lo ha permesso."
Ecco. Ho intenzione di continuare.
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