Se qualcosa è cambiato, dalla
nascita di Apedario a oggi, è sicuramente il numero di post settimanali -allora
erano quasi quotidiani, oggi sono solitamente due a settimana. A volte mi chiedo come facessi, allora. Non credo dipenda tanto
e solo da una difficoltà di gestione del tempo, che con gli anni si acuisce,
quanto piuttosto dal tentativo di porre un’attenzione maggiore ai contenuti
e alla forma dei post. E credo che questo sia in gran
parte conseguenza del lavoro che ha portato alla pubblicazione di A
scuola con gli albi Insegnare con la bellezza delle parole e delle immagini,
edito da Topipittori.
Ho bisogno di più tempo,
ora, per dare forma quel che desidero scrivere; e anche per selezionare le
immagini -cosa in cui, se possibile, faccio ancor più fatica. Ogni volta, vorrei postarle tutte,
perché ognuna mi sembra parlare la lingua della bambina o del bambino che le
ha realizzate. E come si fa, a scegliere a chi dare voce, e a chi no?
Non è facile: così provo a
selezionarle, ancora una volta, sulla base di contenuti e stili che si
differenziano: e mi sembra, questo, un tratto importante del lavoro svolto fin
qui. Provare a dar voce a tutti, con un’attenzione particolare a quelle
dissonanti, divergenti. Così, se la tecnica condivisa è la coloritura ad acquerello azzurro o arancione della A e la rappresentazione grafica di parole che con essa iniziano, mi rendo conto che fin da subito ogni lavoro ha davvero voce propria, unica e inconfondibile. E, in alcuni casi, potrei attribuire i disegni alle autrici o agli autori senza neppure girare il foglio per leggere la firma. C'è chi disegna api e alberi, dentro un sentiero ben tracciato nei giorni precedenti; chi si appassiona agli arcobaleni, riempiendo ogni spazio disponibile; chi, ancora, disegna angeli e astronauti, ennesima dimostrazione del potere del cielo.
Non avrei immaginato, mesi fa,
di riuscire a realizzare, nel nostro primo pomeriggio insieme, un lavoro così strutturato: il riconoscimento della lettera, la condivisione, ancora una
volta, di parole con l’iniziale A, e poi il lavoro individuale, di
rappresentazione grafica con il pennarello nero al tratto di cose, animali,
persone, parole con questa iniziale. Ancora, la coloritura ad acquerello, in
azzurro o arancione, della vocale A, e a pastello delle immagini. Tutto questo in poco più di un’ora, per ogni
classe con i suoi 18 bambini.
Ripenso al ciclo scorso,
con le sue prime da 26 e 29. E mi dico che il numero di alunni per classe davvero
può fare la differenza.
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