È il caso, per quanto mi
riguarda, della consapevolezza dell'identità, propria e altrui, e del riconoscimento e del rispetto della diversità. Mi sembra sempre talmente naturale che
essi emergano nei frangenti più disparati da ritenere inutile dedicare loro luoghi, tempi e risorse
specifiche.
Per noi, a scuola, è stato
così fin dall’inizio: nel raccontare se stessi, quel che si è e quel che si sa fare, così come l’incompiutezza, la competenza non ancora raggiunta, il non
saper fare.
La diversità, per noi, ha
avuto anche il volto (i bambini dicono la
faccia, che davvero in questo caso fatico a sostituire con muso)
di Igor,
il sorprendente protagonista dell’albo di Francesca Dafne Vignaga edito da
Edizioni Corsare.
Igor si presenta addirittura
con una carta d’identità, una data di nascita, il 24 ottobre (domani sarà il
suo compleanno), una residenza e un’altezza ben precise, e, per finire, due segni particolari
di sicura presa su bambine e bambini: molto peloso e spesso sorridente.
Di
sé sa solo il nome.
Sa
fare giochi di prestigio con fiori e semi.
Sa
fischiare con le foglie di acacia.
Sa
arrampicarsi sugli alberi, anche su quelli molto alti.
Igor sa fare, proprio come
noi, alcune cose.
A Igor piace osservare cosa fanno gli animali: gli
piace, come ad Anna, guardare le formiche
cariche di provviste disposte in lunghe file.
Igor da qualche giorno è pensieroso.
Possibile
che non abbia mai visto nessuno che gli somigli?
Forse
da qualche parte c’è, bisogna solo cercarlo.
Forse
è il momento di lasciare la sua casa e partire per un viaggio.
Comincia proprio da qui, da
questa ricerca di qualcuno che gli somigli, il lungo viaggio di Igor: a bordo
di una barchetta fatta con una scatola di cartone, e per vela una stoffa bianca
a pois neri (Sono le mutande! hanno detto
alcuni maschi in entrambe le classi), proverà via via a immedesimarsi con
famiglie diverse, per trovare, alla fine, la propria identità e la propria realizzazione.
Grande, questo Igor!
Qui la bella recensione di Marina Petruzio per Luuk Magazine
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