mercoledì 4 febbraio 2015

Mercoledì al cubo (4): Il leone e l'uccellino

Forse non servono troppe parole per parlare di cura, amicizia, amore, pazienza, attesa, rispetto. Forse, come accade spesso, basta una storia:

Il leone e l’uccellino



di Marianne Dubuc, Orecchio acerbo, è la storia tenera e sorprendente di un’amicizia improbabile, quella appunto tra i due protagonisti. 


Leone sta lavorando nell’orto quando sente un rumore: l’uccellino è a terra (non sappiamo perché, e i bambini a lungo hanno tentato di trovare la causa). Subito il leone interviene, ma mentre fascia l’ala dell’uccellino, lo stormo se ne va.
 



Leone non ci pensa due volte: posa il piccolo tra la sua folta criniera e lo porta in casa, dove c’è abbastanza spazio per entrambi.


 


Da quel momento, i due condividono ogni cosa: i giochi nella neve, la pesca, il fuoco accanto al camino…




Ma il tempo passa, l’inverno se ne va e torna la primavera. Con essa, anche lo stormo di uccellino, che ormai è di nuovo in grado di volare e se ne va con i suoi compagni.
 



“È la vita” esclama il leone, in quello che è il momento centrale del racconto: la capacità di accettare il distacco, la separazione, perché è la vita, perché  dobbiamo saper vivere anche stando bene soli con noi stessi, e perché se abbiamo creato legami forti e sereni, questi non si spezzeranno così facilmente.

 

 


Infatti, il tempo passerà…






...e, al ritorno dell’autunno, anche uccellino tornerà da leone, per una nuova stagione insieme.





Come incomincia:

Leone sta lavorando nell'orto quando sente un rumore.
Non può lasciarlo così, povero piccolo.
Con una fasciatura, andrà meglio.
Oh! Se ne sono andati!
Qui non avrai freddo.
Puoi restare, qui c'è abbastanza spazio per tutti e due.
Guarda! La neve!”

DUBUC M., Il leone e l'uccellino, Orecchio acerbo








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