venerdì 19 giugno 2015

Apedario si presenta con ... da IO a MIO a NOI

Ponendo l’attenzione sulle diverse individualità e su ciò che ci rende unici e speciali, certo corriamo il rischio di accentuare l’egocentrismo innato del bambino, che a questa età e in quest’epoca non è facile superare, e che rende la propria individualità semplicemente ed egoisticamente esprimibile con un piccolo aggettivo possessivo. Se IO sono al centro del mondo, sia del mio piccolo casalingo che di quello esterno, tutto sarà MIO, sottoposto alle mie necessità e ai miei desideri. La relazione equilibrata con l’altro si costruisce invece proprio a partire dal riconoscimento anche delle necessità e dei desideri altrui.


Da IO a MIO il passo è molto breve: per questo ho proposto in classe la lettura di due albi molto simili nel titolo


Gli animali della foresta cercano d’impossessarsi di un uovo. Ma avranno tutti una bella sorpresa…


Come incomincia:

“Nella giungla, nella terribile giungla…
un ranocchio trova un uovo! –Ah! Ah! Mio! Mio! Questo è mio!
Sss…Sss…Sss…-Mio! Mio! Questo è mio!- dice il serpente.
Flap! Flap! Flap! –Mio! Mio! Questo è mio!- dice l’aquila.
Hem! Hem!–Mio! Mio! Questo è mio!- dice il varano.

VAN ZEVEREN M., Mio! Mio! Mio!, Babalibri









Tre rane non sanno far altro che litigare e pensare per sé, fino a quando non corrono un serio pericolo, e il saggio rospo riesce a far comprendere loro che “insieme è meglio”.

Come incomincia:


“In mezzo al Laghetto dell’Arcobaleno, c’era un isolotto. Le sue spiagge erano piene di sassi lisci come uova, e fiori e felci coprivano le alture.


Sull’isolotto vivevano tre rane, Gianni, Piero e Lidia. Benché fossero fratelli, litigavano dall’alba al tramonto.

-Levati dall’acqua!- gridò Gianni, -L’acqua è mia!

-Via dall’isola!- urlò Piero, -La terra è mia!

-L’aria è mia! Strillò Lidia, mentre saltava in giro a caccia di farfalle.”


LIONNI L., È mio!, Fatatrac





Poi, messa in scena di  “è mio” con quattro straordinari attori, per nulla intimoriti dal pubblico; in seguito una riflessione verbale, scritta e disegnata,
su ciò che è MIO
e ciò che è di tutti





Un paio d'anni fa, in un post pubblicato sul blog dei Topipittori (http://topipittori.blogspot.it/2013/05/detesto-le-fotocopie.html) , affermavo categoricamente: “Detesto le fotocopie”. Avevo però fatto, come oggi, un’eccezione.

(Premessa:
adoro il tratto nitido e pulito del pennarello a punta finissima nero. Lo utilizzo fin da quando lavoravo nella scuola dell’infanzia, perché concentra l’attenzione, di chi disegna e di chi osserva la produzione, sul tratto grafico. Da qualche mese ho scoperto gli scarabocchi zen, che permettono anche ai bambini di lavorare in un clima disteso, con tempi lunghi, curando il tratto e realizzando delle piccole “opere d’arte”)

Ho quindi chiesto ai bambini di disegnare su un foglio di piccole dimensioni ( 1/8 di A4) il proprio autoritratto a corpo intero e di ritagliarlo con cura. Poi abbiamo incollato ogni figura su un foglio, che ho fotocopiato e distribuito ai bambini perché lo incollassero sul cartoncino e lo colorassero.


Da IO a NOI: questa è la nostra classe

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