Oggi il nostro lavoro subisce una brusca
accelerazione: addirittura due vocali insieme!
L’unione di due semplici vocali fa scaturire un mondo intero: quello di un bambino che si differenzia dall’altro da sé, scoprendo la propria unicità, fino a quando…
Come incomincia:
(grandi sagome nere dei genitori, la
mamma è in attesa)
( culla) IO
LA MIA MAMMA
IL MIO PAPA’
I MIEI NONNI
LA MIA PALLA
IL MIO CANE
IL MIO CANE
LA MIA CASA
(il bambino è accanto alla mamma in
attesa)
(il bambino è leggermente discosto dalla
culla)
(dall’interno della culla si leva il
fumetto) IO
COTTIN M., Io, Gallucci
Ho mostrato in classe questo
splendido libro di Menena Cottin, Gallucci editore, che ha riscosso davvero
molto successo. È quasi un silent book, con pochissime parole ad accompagnare
delle semplici silhouette nere, ricche di significato.
Il
protagonista, IO, parla di sé in prima persona, riferendo ogni
familiare, animale o oggetto, a se stesso, fin quando arriva un’altra
individualità, un nuovo IO. E a quel punto, cosa succederà al primo IO?
I bambini mi hanno chiesto
più volte di rivedere le immagini, alcuni chiaramente galvanizzati dall’idea
che la maestra proponesse loro di riprodurre un’immagine dell’albo utilizzando,
come nell’originale, solo il nero
(probabilmente demonizzato da genitori preoccupati dal suo significato nell’interpretazione
del disegno infantile!)
(So bene che permettere
ad ogni bambino di illustrare ciò che desidera per poi farsi dettare la
relativa didascalia richiede tempi lunghi; ma mi chiedo spesso come potrei
avviare i bambini ad una produzione individuale, personale, originale, se
chiedessi a tutti di rappresentare la stessa illustrazione e soprattutto facessi scrivere una frase identica per tutti…)
Nella pagina successiva,
al centro della prima riga ogni bambino ha scritto IO e sotto ha disegnato il
proprio autoritratto
Ho scritto alla lavagna la frase
IO SONO
e ho chiesto ai bambini di ricopiarla sul quaderno, completandola con il proprio nome.
Poi ho chiesto loro di riscriverla nuovamente, sotto due righe, e di completarla secondo l'indicazione
…UN BAMBINO/UNA BAMBINA
Poi, di
nuovo, abbiamo scritto IO SONO.
Mi sono fermata e ho chiesto ai bambini cosa volessero aggiungere; uno di loro
ha alzato la mano e ha detto BIONDO.
Un
altro ha proposto FIERO (spiegando ai compagni che vuol dire essere felici di
qualcosa che si è fatto - o di come si è- ho aggiunto io).
A
seguire, FELICE, BRAVO, DOLCE, BELLO, GENTILE, INTELLIGENTE, CONTENTO…
Ho
chiesto loro che ognuno scrivesse solo la/le qualità che attribuiva a se stesso
(se in questo momento non ti senti felice, non scrivere IO SONO FELICE)
Alcuni
bambini hanno scritto tutte le frasi, altri solo una o due… Mi sembra
importante che si sentano liberi, almeno nel parlare di sé.
Abbiamo
contestualmente messo in atto una prima riflessione su
maschile/femminile: come cambiano i nomi e gli aggettivi? Cambiano
tutti? Cambiano allo stesso modo? Perché “intelligente” non cambia?
Conosciamo altre parole che non cambiano genere?
(Altre
domande…Che differenza c’è tra un bambino e una bambina, tra un gatto e
una gatta, tra un maestro e una maestra? E, provocatoriamente, perché
la femmina non si chiama“maschia”, o il maschio non si chiama “femmino”?
E perché papà e Luca sono maschi, anche se finiscono con A?)
Spostiamo ora l’attenzione da IO SONO a IO SO: in fondo, basta togliere una piccola sillaba!
Quante cose sa già fare un bambino!
Scriviamo alla lavagna, e facciamo copiare
IO SO
e
scriviamo tutte le azioni, i verbi, che i bambini sanno fare. Lasciamoli
liberi di non scrivere i verbi in cui non si riconoscano delle
competenze: anche questo è un passo importante nella consapevolezza di
sé, delle proprie capacità, come dei propri limiti, che possono
diventare, se lo si desidera, una molla per perseguire nuovi obiettivi.
Per leggere ancora
Un piccolo pinguino si sente perso in un vasto
mondo, ma scoprirà un vero motivo per sentirsi importante.
Come incomincia:
“Il
mondo è grande…e io sono piccolo.
Il mondo
è rapido…e io sono piccolo.
L’oceano
è profondo…e io sono piccolo.
Le
montagne sono ripide…e io sono piccolo.”
DODD E., Io,L’ippocampo Junior
"Chi
sono io?”
È questa la domanda che gli animali della foresta
si sentono ripetere da uno strano cucciolo, smarritosi subito dopo essere
uscito dall’uovo. Nessuno lo riconosce, anzi, ognuno di loro pensa solo a
definirsi come il più alto, il più veloce, il più intelligente. Ma proprio
quando il piccolo sta per mettersi nei guai, ecco una creatura che gli somiglia
moltissimo, ma è molto, molto più grande…
Come incomincia.
È un giorno caldo caldo, all’interno di una giungla profonda profonda ed ecco che, da un uovo, nasce… una strana piccola creatura.
Si
gratta…
sbadiglia…
apre i
grandi occhi rotondi e comincia a guardarsi intorno.
-Chi
sono io?- si chiede –Da dove vengo?- E subito, con passo incerto, s’incammina
per scoprirlo, attraverso l’erba alta alta.
PHINN – ROSS, Chi sono io?, Campanila
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