giovedì 18 giugno 2015

Apedario si presenta con ... IO, IO SONO, IO SO

I + O = IO

Oggi il nostro lavoro subisce una brusca accelerazione: addirittura due vocali insieme!



L’unione di due semplici vocali fa scaturire un mondo intero: quello di un bambino che si differenzia dall’altro da sé, scoprendo la propria unicità, fino a quando…

Come incomincia:

(grandi sagome nere dei genitori, la mamma è in attesa)

( culla) IO

LA MIA MAMMA

IL MIO PAPA’

I MIEI NONNI

LA MIA PALLA

IL MIO CANE

LA MIA CASA


(il bambino è accanto alla mamma in attesa)


(il bambino è leggermente discosto dalla culla)


(dall’interno della culla si leva il fumetto) IO


COTTIN M., Io, Gallucci



Ho mostrato in classe questo splendido libro di Menena Cottin, Gallucci editore, che ha riscosso davvero molto successo. È quasi un silent book, con pochissime parole ad accompagnare delle semplici silhouette nere, ricche di significato.
Ho chiesto  ai bambini, aiutati dalle immagini, di leggere le poche parole presenti sul libro.


Il protagonista, IO, parla di sé in prima persona, riferendo ogni familiare, animale o oggetto, a se stesso, fin quando arriva un’altra individualità, un nuovo IO. E a quel punto, cosa succederà al primo IO?
I bambini mi hanno chiesto più volte di rivedere le immagini, alcuni chiaramente galvanizzati dall’idea che la maestra proponesse loro di riprodurre un’immagine dell’albo utilizzando, come nell’originale,  solo il nero (probabilmente demonizzato da genitori preoccupati dal suo significato nell’interpretazione del disegno infantile!)







 



(So bene che permettere ad ogni bambino di illustrare ciò che desidera per poi farsi dettare la relativa didascalia richiede tempi lunghi; ma mi chiedo spesso come potrei avviare i bambini ad una produzione individuale, personale, originale, se chiedessi a tutti di rappresentare la stessa illustrazione e soprattutto facessi scrivere una frase identica per tutti…)

Nella pagina successiva, al centro della prima riga ogni bambino ha scritto IO e sotto ha disegnato il proprio autoritratto


















Ho scritto alla lavagna la frase

IO SONO

e ho chiesto ai bambini di ricopiarla sul quaderno, completandola con il proprio nome.

Poi ho chiesto loro di riscriverla nuovamente, sotto due righe, e di completarla secondo l'indicazione

…UN BAMBINO/UNA BAMBINA





Poi, di nuovo, abbiamo scritto IO SONO.

Mi sono fermata e ho chiesto ai bambini cosa volessero aggiungere; uno di loro ha alzato la mano e ha detto BIONDO.

Un altro ha proposto FIERO (spiegando ai compagni che vuol dire essere felici di qualcosa che si è fatto - o di come si è-  ho aggiunto io).

A seguire, FELICE, BRAVO, DOLCE, BELLO, GENTILE, INTELLIGENTE, CONTENTO…

Ho chiesto loro che ognuno scrivesse solo la/le qualità che attribuiva a se stesso (se in questo momento non ti senti felice, non scrivere IO SONO FELICE)

Alcuni bambini hanno scritto tutte le frasi, altri solo una o due… Mi sembra importante che si sentano liberi, almeno nel parlare di sé.

Abbiamo contestualmente messo in atto una prima riflessione su maschile/femminile: come cambiano i nomi e gli aggettivi? Cambiano tutti? Cambiano allo stesso modo? Perché “intelligente” non cambia? Conosciamo altre parole che non cambiano genere?

(Altre domande…Che differenza c’è tra un bambino e una bambina, tra un gatto e una gatta, tra un maestro e una maestra? E, provocatoriamente, perché la femmina non si chiama“maschia”, o il maschio non si chiama “femmino”? E perché papà e Luca sono maschi, anche se finiscono con A?)


Spostiamo ora l’attenzione da IO SONO a IO SO: in fondo, basta togliere una piccola sillaba!

Quante cose sa già fare un bambino!


Scriviamo alla lavagna, e facciamo copiare


IO SO


e scriviamo tutte le azioni, i verbi, che i bambini sanno fare. Lasciamoli liberi di non scrivere i verbi in cui non si riconoscano delle competenze: anche questo è un passo importante nella consapevolezza di sé, delle proprie capacità, come dei propri limiti, che possono diventare, se lo si desidera, una molla per perseguire nuovi obiettivi.


Per leggere ancora



Un piccolo pinguino si sente perso in un vasto mondo, ma scoprirà un vero motivo per sentirsi importante.

Come incomincia:

“Il mondo è grande…e io sono piccolo.

Il mondo è rapido…e io sono piccolo.

L’oceano è profondo…e io sono piccolo.

Le montagne sono ripide…e io sono piccolo.”

DODD E., Io,L’ippocampo Junior





"Chi sono io?”

È questa la domanda che gli animali della foresta si sentono ripetere da uno strano cucciolo, smarritosi subito dopo essere uscito dall’uovo. Nessuno lo riconosce, anzi, ognuno di loro pensa solo a definirsi come il più alto, il più veloce, il più intelligente. Ma proprio quando il piccolo sta per mettersi nei guai, ecco una creatura che gli somiglia moltissimo, ma è molto, molto più grande…

Come incomincia.

È un giorno caldo caldo, all’interno di una giungla profonda profonda ed ecco che, da un uovo, nasce… una strana piccola creatura.

Si gratta…

sbadiglia…

apre i grandi occhi rotondi e comincia a guardarsi intorno.

-Chi sono io?- si chiede –Da dove vengo?- E subito, con passo incerto, s’incammina per scoprirlo, attraverso l’erba alta alta.

PHINN – ROSS, Chi sono io?, Campanila

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