Mani che insegnano.
Che
lasciano un segno profondo, prima ancora che nella creta,
in un’esperienza che può diventare quotidiana.
E mi dico che non è un
caso, se dentro questa scuola che fa bene ci sono svariate foto con particolari
mossi. Su tutti, ancora le mani.
Perché la scuola che fa
bene si fa anche con le mani: mani che si muovono, che battono, lisciano,
tagliano, tolgono, aggiungono, si sporcano.
Dice Francesca Galimberti, la nostra insegnante:
Dice Francesca Galimberti, la nostra insegnante:
Plasmare l’argilla è un’attività molto amata dai bambini.
Un pezzo informe di argilla si trasforma lavorandolo con
le mani, senza bisogno di attrezzi particolari.
Per iniziare proviamo tre semplici esercizi:
1 trasformare un pezzo di creta in una sfera,
ruotando la terra tra le mani e sul piano del tavolo.
Poi, battendo la superficie con una
tavoletta di legno, la sfera viene modificata per farle assumere un’altra
forma di solido geometrico.
1
Partendo da un cubo, costruito secondo le
regole dell’esercizio precedente, modificare la forma scomponendolo e
ricostruendo una forma diversa ottenuta unendo le sezioni ricavate dai tagli e
scavi effettuati. La principale regola del gioco è che tutto quello che viene tolto dev'essere riutilizzato, non può esserci scarto e non si può
aggiungere altra terra.
Il risultato ottenuto è quello di
un solido molto articolato, con tante sfaccettature.
Trasformazione delle forme base: il solido
costruito nel primo esercizio viene sezionato con uno o più tagli. I vari
pezzi ottenuti vengono nuovamente assemblati cambiando la disposizione.
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