venerdì 23 settembre 2016

Gli aggettivi, l'alfabeto e la capacità di leggere il pensiero



Dopo un’attività sui nomi propri simile alla precedente su quelli comuni, eseguita però insieme in classe e completata per compito (suvvia, bando alle polemiche, nessuno è mai morto per così poco)



questa mattina sono andata a scuola impreparata.

Sapevo cosa avrei fatto con i ragazzi –il ripasso degli aggettivi qualificativi-, ma non avevo ben deciso come. Ripetere l’attività precedente sarebbe stato monotono e noioso; attribuire ad alcuni nomi diverse qualità, già fatto più volte negli anni precedenti.
Così, ho chiesto consiglio proprio a loro, e l’attività è subito decollata; abbiamo scritto uno di seguito all'altro gli aggettivi pensati da ciascun bambino, decidendo che l'attività successiva sarebbe stata riscriverli in ordine alfabetico. 


 


Quando è arrivato il suo turno, S. ha detto abbattuto; e così oggi ho potuto dimostrare ai ragazzi di saper leggere nella loro mente. Infatti ho detto loro che alla fine del giro avrei dato dimostrazione di questa capacità.
Quello che mi era parso subito evidente era che S. aveva pensato a un aggettivo che potesse essere il primo del riordino alfabetico, e che difficilmente potesse essere scavalcato da altri. Quando gliene ho chiesto conferma, mi ha addirittura detto: "Era impossibile trovare un aggettivo che come seconda lettera avesse ancora la A, quindi ne ho pensato uno che cominciasse con AB."

Quanto si può capire delle capacità di apprendimento di un ragazzo, semplicemente riflettendo sui suoi interventi in classe. 
 

Qui due magnifici volumi utilizzati a fine seconda per introdurre l'argomento. 








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