Tra
i tanti libri sulla Shoa di cui ho letto in rete in questi giorni, mi
sembra che ci sia una mancanza a cui bisogna rimediare:
Kaddish
per
i bambini senza figli
di Tomas Simcha
Jelinek, illustrazioni di Luisa Tomasetig, Edicolors
un libro che ormai tante volte abbiamo letto ai bambini più grandi, ogni volta immersi in un silenzio irreale, generato da una scrittura poetica, struggente e disperata. Ispirato da una poesia scritta da Pavel Friedmann, uno dei bambini di Terezin, nel 1942 e intitolata “La farfalla”, è un frammento di storia che aiuta i bambini, e non solo, a capire il dramma di tanti ebrei che hanno visto troppo in fretta spegnersi le loro speranze di vita e d’amore.
Dalla
quarta di copertina:
Ci
sono bambini che non hanno fatto in tempo a diventare grandi. Sono i
bambini di Terezin.
Fiduciosi
e pieni di speranza arrivano in questa “piccola città, nel cuore
dell'Europa, ai piedi di un monte che sembra il seno di una mamma”.
Salgono su un treno che li porterà ai “campi”. Lì forse
potranno rivedere le farfalle. Quelle farfalle che nessuno ha portato
con sé.
Thomas
Simcha Jelinek, burattinaio ebreo maestro all'Accademia d'arte di
Praga vi racconta una fiaba vera che parla dei desideri e della
storia di questi bambini che non hanno potuto raccontare le favole ai
loro figli, né recitare quella preghiera ebraica che si chiama
Kaddishe che trovate alla
fine del libro.
È
una fiaba vera, ispirata da una poesia scritta da Pavel Fridmann, uno
dei bambini di Terezin, nel 1942, che vi parla della Shoa e potrà
aiutarvi a capire il dramma di tanti ebrei che hanno visto troppo in
fretta spegnersi le loro speranze di vita e d'amore. Fanno da
straordinario contrappunto figurativo le immagini di intensa
drammaticità di Luisa Tomasetig, dove le lettere dell'alfabeto sacro
salgono metaforicamente dal camino del campo verso il cielo per dare
un nome ad altri bambini che giocano con le farfalle in tutto il
mondo.
Un
libro per tutti, da leggere insieme, genitori e ragazzi, per non
dimenticare.
Come
incomincia:
“C'è
una piccola città nel cuore dell'Europa, ai piedi del monte che
sembra il seno di una mamma. In quella città arrivavano tanti
bambini, chi da lontano, chi da vicino.
Tutti
avevano una valigia piena di cose importanti per loro: giocattoli,
quaderni, colori, pezzettini di stoffa, cordicelle, coltellini,
palline di vetro, qualche pallina aveva dentro anche l'arcobaleno.
Poi
c'erano i libri con tante belle favole, con disegni e lettere grandi.
Qualcuno
si portava dietro anche un bel vestito e le calze di ricambio, un
bottoncino portafortuna, il primo anellino e l'orologio che non fa
tic-tac.”
SIMCHA
JELINEK T., Kaddish per i bambini senza figli, Edicolors
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