sabato 11 luglio 2015

Estate in poesia 1: Il museo immaginario





La panchina

C’è una panchina
Nel parco giochi
Ed è di tutti
Non è di pochi

Al ramo è appesa
Un’altalena
Un po’ di vento
La muove appena

Bambini ridono
Alla fontana
Se ami il mondo
Il mondo ti ama


In alto

Arrampicato su un pino
Il sole è più vicino
Arrampicato su un melo
Sei più vicino al cielo

Magari più ambiziosa
Era la tua meta
Per qualche momento almeno
Lasciare il pianeta

Adesso guardi il mondo
Da sopra verso giù
Sei andato in alto
Puoi andare un po’ più su


Le code

È risaputo, è una cosa scontata
Badiamo di più alla facciata
Ma forse ogni tanto varrebbe la pena
Di dare almeno un’occhiata alla schiena

Di fare insomma un giro completo
Di guardare il muso, ma anche il didietro
Gli animali non seguono nessuna moda
Potrà non piacere, ma hanno la coda

Le code son belle, le code son brutte?
Scontata risposta, necessarie son tutte
E tutti gli animali, come si può vedere,
Se la portano in giro attaccata al sedere

La nostra invece, nel bene e nel male
È là che ci aspetta in tangenziale

Gek Tessaro, Il museo immaginario, Carthusia
 

Qui la bella recensione di Marina Petruzio

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