lunedì 20 luglio 2015

Letture estive per i grandi 3: Storie di parole



Le scuole per le vecchie maestre si chiamavano “magistrali”, e una delle materie più temute era, allora come oggi, il latino. Io ero fortunata: venivo da una scuola media in cui il professore di lettere ci aveva tartassato per anni su grammatica e analisi logica (ora si chiamano morfologia e sintassi), e il latino fu, fin dall’inizio, più un piacere che un dovere.

Naturalmente, non conosco invece il greco, che solo gli studenti del liceo classico si trovavano costretti ad affrontare: e mi accorgo, nella mia passione per l’etimologia delle parole, di quanto pesi questa mancanza.

Oggi però ho tra le mani il bel volume


Storie di parole



di Giuseppe Pittàno e Rosanna Bonafede, Gallucci, illustrato da Alessandro Sanna



che permetterà a me e ai miei alunni di conoscere l’origine e la storia di alcune tra le parole più significative della nostra lingua, quelle che “ …hanno dentro immagini, storie, sapori e umori, […] parole preziose con radici che affondano nel passato e altre appena nate, alcune che provengono da lontano e altre coniate in territori a noi vicini. Parole antichissime, anche se non sembra, che il tempo non ha corroso ma, al contrario, ha restaurato e reso ancora vitali. Parole che hanno viaggiato nello spazio e nel tempo e che oggi si offrono come materiali capaci di fornire preziose competenze linguistiche.” (Rosanna Bonafede, Premessa)


Ad esempio, a pag. 17:


àlba: è la prima luce del giorno, quella che stempera le tenebre e precede l’aurora; deriva dal latino lucem albam (luce bianca). Dallo stesso aggettivo latino albus sono nate molte altre parole della nostra lingua che hanno questa comune matrice nel colore bianco: “albume”, che è la parte chiara dell’uovo; “albino”, un individuo di carnagione chiarissima con gli occhi chiari e i capelli bianchi; “albana”, una varietà di uva bianca con la quale in Romagna si produce un buon vino da pasto; “domenica in albis (depositis)”, che è la prima domenica dopo la Pasqua, giornata in cui secondo la liturgia dell’antico cristianesimo, i neofiti deponevano la veste bianca che avevano indossato nella cerimonia precedente, dopo il battesimo.



Dal sito della casa editrice Gallucci http://www.galluccieditore.com/624.htm


Le parole hanno storie avventurose e affascinanti, a volte del tutto inaspettate: conoscerle aiuta a capire meglio la nostra lingua e a usarla con più consapevolezza. Nato in collaborazione con Giuseppe Pittàno – che per tutta la vita si è divertito a costruire vocabolari senza timore di sporcarsi le mani anche con i dialetti, le lingue straniere, gli errori grammaticali – questo innovativo dizionario etimologico si rivolge ai ragazzi dagli 8 anni in su. Non è infatti un libro da grandi ridotto per i più piccoli, ma un viaggio tra le parole in compagnia del grande linguista e della sua storica collaboratrice Rosanna Bonafede, alla ricerca delle storie che le hanno originate. “Il vocabolario” diceva Pittàno “è un grande romanzo d’appendice da leggere in mille puntate”.



Con 336 lemmi e oltre 140 disegni!


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