Credo
che lavorare con i bambini sia un grande privilegio, ancor più nella
misura in cui permette loro di rivelarsi, nell'interezza e nella
complessità dei loro sentimenti.
La
rielaborazione individuale della poesia di Giusi Quarenghi, Se fossi albero, ha svelato molto
dell'intima natura di ognuno. Per questo mi è sembrato bello utilizzare
proprio le poesie scritte dai bambini per partecipare al concorso Ci vuole un albero: abbiamo quindi realizzato due elaborati molto simili per
entrambe le classi.
Se fossi albero
osserverei gli uccelli
da mattina a sera.
Perderei le foglie in
autunno
accarezzerei i fiori
in primavera.
Mangerei acqua quando
piove
socializzerei con
altri alberi e piante.
Se fossi albero
prenderei il vento
negli occhi e sui rami.
Prenderei il sole
tutto il giorno
e starei vicino alla
mamma.
Se fossi albero
dormirei in piedi
sognerei in piedi
in autunno mi cadono
le foglie.
I fiori e i frutti mi
cadono
mi tagliano il tronco
morirei davanti alle
persone
mi crescono le foglie
Se fossi albero
manderei le mie foglie
al mare
per giocare con i
pesci
e in montagna
per giocare con la
neve.
Se fossi albero
mi terrei le mie
foglie
anche in inverno
perché ci sono
affezionato
e mi dispiace quando
me le portano via.
Se fossi albero forse
morirei dal ridere
perché gli insetti
mi farebbero il
solletico.
Se fossi albero
crescerei velocemente
e mi sentirei
diversamente
Le mie radici
invecchierebbero facilmente
Ma sarei sempre
contento di tutto quello che ho,
amerei i bambini che
giocano sotto di me
che vanno sui miei
rami
voglio che io non
muoio
Ma purtroppo morirò
ma è bello che mi godo
i giorni che
rimangono.
Se fossi albero
mi spoglierei
d'inverno
e starei coperto
d'estate
Mangerei la terra
Potrei avere il cuore
di rami, spine
Potrei non aver
sentimenti
poi starei la mattina
a dormire
Starei tutto il
tempo in vacanza
Potrei essere colpito
da un fulmine
e poi ricrescere
e a primavera mi
potrebbero
crescere i funghi
alla base del tronco
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