lunedì 9 novembre 2015

Libri PIPPI: Il topo che non c'era



Quando una cosa è bella, è bella e basta.
Ma quando una cosa bella viene realizzata da qualcuno che ti è caro, questa cosa bella acquista un ulteriore significato. Riempie il cuore, ecco.

Ho aspettato, prima di poter leggere e ammirare 

Il topo che non c’era




di Giovanna Zoboli e Lisa D’Andrea, Topipittori


L'ho aspettato come si aspettano i regali di Natale, con desiderio e stupore: lo avevo già visto in libreria, da Tommaso, ma non avevo voluto neppure aprirlo, per non rovinarmi la sorpresa.

Perché Il topo che non c’era era il libro scelto in dono per aver partecipato a La rete dei libri, sul blog dei Topi.  E quando è arrivato, è stata una festa.

 
Ho conosciuto Giovanna e Lisa in occasione del corso Leggerescrivere 2014. Giovanna è stata la nostra insegnante, Lisa una compagna, e già in quell'occasione abbiamo avuto modo di ammirarne lo stile, la tecnica, la maestria: le stesse doti che appaiono evidenti in questo suo primo albo.

In casa mia, dove nessuno è esperto né appassionato di illustrazione per l'infanzia, il suo gatto ha riscosso ammirazione e grandi lodi: “Sembra vero” “Fa venir voglia di accarezzarlo”. E che dire dei topi, un milione di topi, ognuno con un particolare diverso, impegnati in mille attività?

Penso a quanto tempo occorra per disegnare un solo topo, e provo a moltiplicarlo per l'infinità dei topi del libro...






Penso alla passione, alla tenacia, alla perseveranza di Lisa, e di chi come lei insegue i propri sogni e riesce a realizzarli. Penso a Giovanna, che ci ha educato, nel senso più vero del termine, portando fuori da ognuna di noi ciò che ognuna già aveva dentro, anche se solo in bozzolo.


E poi non dico più nulla, e nemmeno starò a tentare di scrivere parole dotte a proposito del libro: l'hanno già fatto, e in maniera egregia, la stessa Giovanna Zoboli, Carla Ghisalberti e Marina Petruzio.

Dirò solamente che Il topo che non c'era è un libro assolutamente imperdibile. 
 



Come incomincia:

C'era una volta un gatto.
Era un bel gatto tigrato,
con la testa piena di topi.
Ci pensava tutto il giorno ai topi.


A volte, pensava a un solo topo.
Lo vedeva bene in ogni particolare.
Questo accadeva nei giorni in cui si sentiva
un gatto molto preciso.

A volte, invece, pensava a due topi insieme,
e uno lo vedeva bene, tutto intero.
L'altro, invece, un po' offuscato,
come se fosse entrato in una nuvola
o stesse facendo un suffumigio.

Ma erano i giorni che magari
non aveva dormito abbastanza
o aveva un orecchio tappato.”





ZOBOLI – D'ANDREA, Il topo che non c'era, Topipittori





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