mercoledì 25 novembre 2015

A ritrovar le storie

Cinque mesi fa, in estate, scrivevo a proposito di questo libro:

29 luglio 2015

Credo nel potere delle parole: le parole pronunciate e quelle scritte, le parole che occorrono per esprimere emozioni, sensazioni, e quelle che servono a narrare, le parole che avvicinano e che allontanano, le parole da cui nascono storie.

A ritrovar le storie




di Annamaria Gozzi e Monica Morini, illustrato da Daniela Iride Murgia
e pubblicato da Edizioni Corsare


è un inno al potere della parola che si fa storia.

In un paese dove le parole sono sbiadite, rimpicciolite, e le poche rimaste accorciano le storie, rendono i ricordi invisibili e le bocche mute, un bel giorno appare sulla piazza il Saltimbanco con un’Oca sotto il braccio. Cantano una strana filastrocca


Conta che ti conto
la vita si racconta
tiritiritera
questa è una storia quasi vera


e mostrano un cartello con scritto BICICLETTA.

Dopo qualche giorno, il primo barlume di una storia esce dai ricordi e dalle labbra di una donna. Poi è un bambino a ricordare, e a raccontare.
Il Saltimbanco scrive parole sempre nuove: SO FARE, PAURA, ANIMALI…ma anche MORTE, ALBERI, LIBRI.

E quando, infine, l’Oca depone un uovo: 

VITA
Quando nasci non lo sai perché vivi.
Vibi per parole di latte e miele di storie
per collezionare rospi e lumache
per il pane caldo
per respirare il mare
pedalare in discesa nelle sere di maggio
sentire le voci del vento
nascere di nuovo, nelle storie.


Ora, finalmente, il Saltimbanco può andarsene, alla ricerca di nuove piazze, di nuovi paesi, in cui riportare la voglia di storie.
Anche l’Oca se ne va con lui, lasciando però in dono una piuma, che continua a disegnare un gioco, " ...un gioco antico come il tempo che chiamava a raccontare ancora."

Ed è proprio il Gioco del paese di Tarot, che troviamo al termine del libro, con le sue regole chiare:


Ogni giocatore sceglie un segnalino a piacere: bottone, sasso, seme.
Si parte tutti dal Via.
A turno si lancia un dado, o0gni casella chiama un racconto suggerito dalle domande.
Chi non racconta resta fermo.
Le caselle con le oche sono jolly; chi arriva sull’oca ritira il dado una volta e avanza.
Vince chi primo raggiunge la casella Nascita.
Sa raccontare chi sa ascoltare. Le storie camminano sempre, la fine è solo un inizio.

1.    
             VIA                       Racconta una partenza.
2.       BICICLETTA     Chi ti ha insegnato a stare in equilibrio? Hai mai avuto una bicicletta?
3.       SO FARE            Quali cose sai fare bene?
4.      PAURA               Quando hai avuto paura? Conosci una formula contro la paura?
5.       ANIMALI           A che animale assomigli? Quale hai salvato, incontrato, amato, desiderato?
6.      MORTE               Quando finisce la danza della vita? Dove stanno le persone che non ci sono   più?
7.      




Non posso fare a meno di pensare a come usare questo libro a scuola: mi piace immaginarne la lettura ad alta voce alla classe attenta, le loro domande, i disegni di ciò che li ha maggiormente colpiti.
E ancora: il gioco dell’oca da fare suddivisi a squadre, rispettando attentamente le regole; brevi storie da raccontare prima e da scrivere poi sulla suggestione della lettura; un nuovo gioco dell’oca, realizzato insieme o a piccoli gruppi, in cui inserire, ad ogni casella, nuove parole che generino nuove storie…
E infine: uno spettacolo da regalare ai compagni più piccoli (o più grandi) o alle famiglie, un gioco dell'oca personale che ogni bambino possa regalare ai propri cari a Natale, Il gioco dell'Oca della Poesia...



25 novembre 2015

I giorni giusti per usare questo splendido albo sono arrivati.
Ci servirà come traccia per il nostro spettacolo natalizio.  



 

Intanto, leggiamo la storia  e ne illustriamo i passaggi salienti.

 

 


 






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