Quando,
qualche giorno fa, si è trattato di scegliere la parola da rappresentare
durante lo spettacolo natalizio, mi sono tenuta per le mie due terze ATTESA.
Immaginavo
quanto lavoro avrei potuto fare in queste settimane, e, soprattutto, avevo già
uno splendido albo da cui iniziare.
Prima
però ho chiesto ai bambini di completare la frase
IO
ASPETTO
Ed
ecco quel che i bambini hanno amato fedelmente rappresentare da
Io
aspetto
di
Davide Calì e Serge Bloch, Kite
per cui ringrazio infinitamente la mia amica Elisabetta Cremaschi.
I
bambini hanno colto immediatamente la grandezza del libro, il suo senso più
profondo, il filo rosso che dà significato ad ogni pagina,
collegando ognuna alla precedente e alla successiva. L’attesa di crescere, di
un amore, di una lettera, di un figlio. L’attesa di una rassicurazione –che non
arriverà-, del termine della sofferenza… e quella doppia pagina senza parole,
con la morte che appare vittoriosa.
E
Invece no, perché i figli sono ormai cresciuti, e l’attesa diventa quella di un
nuovo bambino.
E
mi colpisce che in un disegno la morte sia accostata al Natale, ma è naturale, è la vita che continua, e i bambini lo sanno bene, e sono maestri nell'insegnarcelo
Natale è ovviamente il grande protagonista della nostra attesa
ma una delle tavole che più mi incanta e mi commuove è l'attesa della primavera, con gli alberi che, al pari dei bambini, crescono e crescono...
Qui un estratto del libro.
Qui la bella recensione di Marina Petruzio.
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