Questo
dodicesimo Mercoledì al cubo racconta di un
libro uscito un paio d'anni fa dall'immaginazione fervida e dal tratto nero e acuto di Fausto
Gilberti
e appena ristampato da Corraini.
Un paio di anni fa i miei bambini ed io eravamo in prima, e l'Orco mi sembrò fin da subito il libro perfetto per presentare la vocale O.
24 ottobre 2013
Come tutti gli orchi, anche l’Orco adora i bambini, soprattutto quelli golosi di dolciumi. Se invece preferiscono mangiare cereali, yogurt, zucchine o melanzane, gli causano dei terribili disturbi, tanto da farlo addirittura finire d’urgenza in ospedale o vomitare tutta la notte. E allora, bambini, attenti a quello che mangiate, perché l’Orco è vivo, vegeto e…affamato!
Come incomincia:
“C’era una volta un Orco brutto e cattivo. Non si
lavava mai e quindi era sporco e puzzolente. Aveva molti difetti e nessun
pregio.
Come tutti gli orchi famosi mangiava i bambini.
L’Orco aveva delle preferenze: gli piacevano solo i
bambini golosi, golosi di zucchero, caramelle, patatine, bibite gassate,
eccetera eccetera.”
GILBERTI F., L’Orco che
mangiava i bambini, Corraini Edizioni 2012
L’Orco
goloso di O
Dopo aver letto loro l'albo, ho chiesto ai bambini di dire, e in seguito disegnare,
dentro una grande O contornata sul quaderno, cose, persone o animali che
iniziassero con la vocale O.
A questo punto, è possibile operare già una prima divisione in sottoinsiemi: in questo modo si cominciano a porre le prime basi per la classificazione dei nomi comuni. Possiamo disegnare tre sagome identiche di Orco e inserire nella pancia del primo le cose, in quella del secondo gli animali, nell’ultima le persone.
Altre possibili attività
Una particolarità del libro proposto è l’illustrazione
in bianco e nero, che ben si presta ad essere riprodotta dai bambini per mezzo
di un pennarello a punta sottile.
Chiediamo quindi agli alunni di disegnare l’Orco il
più possibile simile al protagonista della storia. Poniamo particolare
attenzione agli occhi, enormi e accostati: due O con una piccolissima pupilla
al centro.
Scriviamo in seguito alla lavagna la frase
L’ORCO E’ UN ORRIBILE MOSTRO
e chiediamo ai bambini di evidenziare, ripassandole
con un colore diverso, le O.
Riflettiamo su una particolarità della parola ORCO: la
vocale O è sia iniziale che finale. Chissà se qualche bambino saprà trovare
altre parole simili: ORSO, ORTO, ORRENDO, ORNITORINCO, ORITTEROTOPO…
Il menu dell’Orco
La storia termina con due pagine da completare, dal
titolo
IL MENU DELL’ORCO INVENTALO TU…
IL TUO MENU INVENTALO TU…
Proponiamo ai bambini di realizzare insieme un
cartellone, su cui avremo disegnato un enorme Orco: all’interno della pancia,
incolliamo tante tessere bianche su cui scriveremo, in stampato maiuscolo e con
un pennarello nero, tutto ciò di cui può essere goloso il nostro Orco.
Accettiamo ogni proposta dei bambini, aiutandoli però a riflettere sul fatto
che all’Orco piacciono solo i bimbi golosi.
Chiediamo in seguito ai bambini di disegnare (o di
provare a scrivere) sul proprio quaderno, sotto la scritta
IL MIO MENU
i cibi preferiti.
I
contrari
È possibile un’ulteriore riflessione grammaticale, a
partire dai contenuti del testo.
La storia inizia così:
“C’era una volta un Orco brutto e cattivo. Non si
lavava mai e quindi era sporco e puzzolente. Aveva molti difetti e nessun
pregio.”
Dopo aver riflettuto con i bambini su cosa siano pregi
e difetti (qualità positive e negative), scriviamo alla lavagna i difetti
dell’Orco, che è
BRUTTO
CATTIVO
SPORCO
PUZZOLENTE
Chiediamo in seguito ai bambini di trovare invece i
CONTRARI di questi difetti, i pregi, e scriviamoli accanto ai precedenti.
Abituiamo i bambini, fin d’ora, al pensiero critico: è vero che abbiamo
definito l’essere BELLO un pregio, ma osserviamo che anche chi è BRUTTO può
possedere grandi qualità. A questo proposito, suggeriamo la lettura del
sempreverde Sembra questo, sembra quello
di E. Agostinelli, Salani, che si conclude così:
sembra un cesto, ma è un cappello,
sembra un monte, ma è un cammello
L'importante è di capire
che si può sempre sbagliare
e che spesso non vuol dire
quel che sembra e come appare.
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