C'è
un punto preciso, un momento definito, credo, in cui i sogni che hai coltivato a lungo dentro di te incontrano quelli che neppure osavi
immaginare.
Forse
per me quel momento è oggi.
Scrivo
da anni, e scrivo soprattutto testi che parlano il linguaggio
semplice dei bambini. Da anni sognavo di pubblicare un libro vero, ed
è accaduto pochi mesi fa.
Ma
neppure nei sogni avrei mai immaginato di vedere il mio nome sulle
pagine di un volume che negli anni ho acquistato con un misto di
meraviglia e riverenza: il catalogo della Mostra Internazionale
d'Illustrazione per l'Infanzia di Sàrmede
Le
immagini della fantasia 33
Cosa ci faccia un
articolo scritto da me su un catalogo d'illustrazione per l'infanzia
è presto spiegato, anche se ancora suona straordinario persino alle mie orecchie: devo a Monica Monachesi, direttrice artistica e
curatrice della mostra e del volume, questa preziosa opportunità.
Ci conosciamo da meno
di due anni (siamo entrambe orgogliosissime Enrichette) e qualche mese fa
Monica ha pensato a me come sua consulente per la scelta delle
filastrocche da selezionare per la sezione della Mostra riservata agli
allievi della Scuola Internazionale di illustrazione Stepan Zavrel
guidati da Linda Wolfsgruber.
Mi ha quindi chiesto un
breve articolo che parlasse della mia passione per la poesia e
dell'importanza che il suo “fomento” riveste nel'insegnamento.
Ecco ciò che, insieme a Monica, ho
scritto per il catalogo:
Filastrocche
saporite per immagini imbandite
Un
viaggio nell'immaginario dei sapori per sognare, desiderare,
inventare...
Filastrocche
saporite per immagini imbandite è la sezione della Mostra riservata
agli
allievi della Scuola Internazionale di illustrazione Stepan Zavrel
guidati da Linda Wolfsgruber.
Per
offrire a tutti i visitatori un ottimo banchetto!
Chiara
Carminati, curatrice con Fiona Waters del volume Tante rime per i
bambini corte lunghe lunghissime, edito da Mondadori e da cui è
tratta Sei talmente carotino con me, riguardo alla poesia
utilizza il termine spagnolo “fomento”, nel
cui suono si sente “[...] una fiammata improvvisa, un
calore di fiato, un segnale di fumo fatto per essere visto da
lontano. Fomento ha in sé la fame, il nutrimento del fuoco.”
(Perlaparola bambini e ragazzi nelle stanze della poesia, Equilibri).
Eccoli
qui, insieme, nutrimento e poesia. E se ad essi aggiungiamo
l'illustrazione d'autore, otteniamo i magnifici risultati che
possiamo ammirare in questa sezione del catalogo e nella mostra da
cui le immagini sono tratte.
È
bella, la parola fomento, e lo è ancor più associata alla poesia.
Fa pensare all'incitamento, alla passione, all'esplorazione, alla
sperimentazione, ad un percorso lontano dalle definizioni da studiare
a memoria, e invece vicino al creare, al costruire, allo smontare e
rimontare, imparando a padroneggiare perfettamente le regole per
poterle poi sovvertire.
Sono
convinta che il compito di ogni insegnante sia fomentare la passione
per la poesia ben oltre e al di là delle necessarie ed innegabili
ricadute didattiche.
Non
so quanto siano utili nella scuola i percorsi tematici, intensivi,
sulla poesia, figli del tentativo di sviscerare il testo poetico in
poche settimane, e che invece le sottraggono la dignità di un
percorso continuo, calato nella quotidianità, nella pratica
abituale, nella ritualità.
Fare
poesia a scuola non vuol dire semplicemente spiegare, ed imparare,
cosa siano le rime, le similitudini o le metafore, per verificare poi
l'acquisizione dei contenuti, ma offrire ai bambini la poesia in modo
che essa diventi una consuetudine, come la colazione del mattino,
senza la quale si soffre il pungolo della fame che si placa solamente
saziandola.
Mi
piace pensare che per tutti i bambini, fin dalla più tenera
infanzia, la scuola possa essere un lauto pasto dove consumare la
poesia come un frutto che nutre e disseta in salute e freschezza, da
ammirare e annusare, da cogliere e assaporare, da gustare da soli e
in compagnia, con la buccia oppure senza, da cui estrarre il succo
per conservarne il più a lungo possibile tutto l'aroma e il sapore.
Per chi desidera visitare, almeno virtualmente, la Mostra,
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