Ci sono cose che neppure nell’era delle nuove
tecnologie possono essere dimenticate.
I miei bambini sanno che
la maestra è piuttosto fissata con ordine e calligrafia: ci sono quaderni che è
davvero un piacere aprire e sfogliare, pagina dopo pagina, soprattutto se
appartengono a bambini per cui la cura non è una qualità innata, ma frutto di
un lungo e faticoso esercizio.
Per questo motivo, quando
si è trattato di proporre ai bambini di lavorare in quella che una volta veniva
chiamata “brutta copia”, ho cercato in tutti i modi un’espressione diversa.
Non volevo che
associassero in alcun modo una produzione scritta a qualcosa di brutto, di poco
ordinato e curato. Certo, i bambini possono correggere e cancellare, possono
aggiungere quel che hanno dimenticato, ma ciò non significa che possano scordare
completamente che quel che stanno scrivendo deve poter essere riletto con
facilità sia dall’insegnante che corregge che da loro stessi, nel momento in
cui dovranno ricopiare.
Per questo motivo ho
proposto loro di lavorare “in prima copia” su un foglio per raccoglitore ad
anelli, che posso agevolmente ritirare e portare a casa per la correzione; dopo
che il lavoro è stato ricopiato in modo corretto sul quaderno, la prima
copia viene inserita nel raccoglitore.
Mi pare che l’esperimento
stia funzionando: i bambini scrivono sulla prima copia in modo ordinato e il
più possibile corretto, e il lavoro finito sul quaderno è curato, completo e
(quasi) privo di correzioni.
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